Io sono “ borsa di cuoio” – di Rossella Gallori

Finalmente libera e vuota, finalmente leggera, pulita dentro e fuori, esonerata da ruoli pesanti, lucida di cera naturale: né coltelli né denaro, residui di cibo non più, anche quell’ odore forte di grappa era svanito, insieme alla fiaschetta metallica con le iniziali intrecciate a mo’ di abbraccio ubriaco.
Era stata importante quella “sacca di cuoio” anche troppo, era stata un regalo utile per un uomo inutile.
Viveva ora tranquilla sulla mensola intagliata di un legno semplice e robusto, posta sopra un camino acceso, della sua vita passata e recente ricordava il profumo dei petali di rosa, sparsi sul pavimento di una casa non sua ricca di troppo, rivide l’ immenso cuscino a cuore, pretenzioso ultimo addio di una vecchia fiamma, fiamma tiepida distratta e rifatta, che aveva sperato di farsi sposare…di ereditare…invece!….
Sacca di cuoio ricordava con astio il suo padrone: alto, più del dovuto, curato nell’ aspetto, firmato sopra e sotto…girava i suoi” trekking dell’autostima” cosciente di esser notato, felice di essere invidiato.
Poi, quella brutta caduta, della quale forse “ borsa artigianale” si sentiva un po’ responsabile ma non più di tanto.
Si la ricordava bene quell’ ultima passeggiata, lui: scarponcini giusti, giacca North Face, cappello in tinta, occhiali Rob…qualcosa di simile..
Lei “ cuoio fiorentino” stanca ed appesantita era scivolata dalla spalla atletica, lui per riprenderla, aveva fatto un movimento sbagliato, insolito….ed era ruzzolato giù nel burrone sassoso e ripido, lasciandola sull’ erba ai margini del pericolo.
Non pianse “ sacca di pelle” quando fu raccolta da mani gentili, trovarono “ lei” non i documenti del dandy giramondo, non la sua spocchia, non il suo corpo che sarebbe diventato ben presto cibo per cinghiali affamati incuranti di firme e borie.
Si era stupita del posto la “ zaina ritrovata” della semplicità del non apparire, del garbo di quel piccolo rifugio montano, del silenzio burroso invaso a tratti dal profumo della cannella, dei ricordi preziosi messi sulla mensola per farle compagnia, stupori semplici, né gettati, né accumulati, gestiti senza ansie da: gonna di flanella e golf un po’ infeltrito.
Girava, quasi volteggiava la tracolla di pelle impunturata, guardava dai suoi piccoli occhi bruniti, il passare lento della tranquillità, ricordando senza rimpianti le camminate fatte per esser raccontate alle cene del Rotary, agli aperitivi in Costa Smeralda…
Lei, ora era cuoio bello da annusare, lui fumo da scansare….
Geniale come sempre.L’idea di rendere protagonista la sacca fortissima.
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Alcune perle.”Regalo utile per un uomo inutile”,la sacca che “ricordava con astio il suo padrone”..e la descrizione
del dandy super firmato dalla testa ai piedi..il burrone degna fine per un burino con occhiali Rob ..qualcosa.
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Quando si può dare cuore e vita anche ad una sacca di pelle allora si può tutto!
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Dai vita a tutte le cose con la leggerezza delle parole, grazie
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per me quella della Borsa di Cuoio è stata una vendetta !!! Quando ci va ci vuole..
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e pensare che era solo una sacca di pelle rossa, figuriamoci se fosse stata una bellissima donna francese…sempre originale e unica….bello
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La tua sacca di cuoio mi riporta a quella sulla mensola di casa mia. Emana ancora il suo odore.
Era stata importante quella borsa: l’aveva accompagnato nelle sue imprese, nelle sue traversie.
Gli era stata fedele.
Ora era lì, abbandonata, svuotata di tutto.
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