Camminare – di Anna Meli

Il camminare era stata sempre la sua passione fin da piccolo. Incuriosiva quel suo passo sicuro e cadenzato e correndo sembrava sfiorare il terreno come un passo di danza. Non era mai stanco.
Crescendo aveva mantenuto questa sua passione e, stando quasi sempre all’aperto, era abbronzato e sprizzava salute e forza da ogni poro della sua pelle. Non aveva mai posseduto una macchina si era adattato solo alla bicicletta che a volte usava per recarsi al lavoro, ma erano più le volte che la spingeva a mano, quasi fosse un’amica.
Si era fatto molti amici che all’inizio lo seguivano, ma ben presto si erano stancati e lui si era ritrovato solo con se stesso; non che questo gli dispiacesse più di tanto, perché questo tipo di solitudine gli permetteva di pensare, di osservare, di riflettere e ricordare.
Era una vita che camminava e, ormai anziano, rimasto senza la sua fedele compagna, quella sua passione lo aveva aiutato ad andare avanti. Nelle sue passeggiate amava soprattutto immergersi nella natura alla scoperta di percorsi dimenticati. Tutto lo incuriosiva e in tutto riscopriva qualcosa di nuovo.
Nelle giornate invernali, quando il freddo si faceva sentire, ben coperto dalla sua pesante giacca, con sulle spalle il suo zainetto di logora pelle e armato del suo fedele bastone con tanto di punta di ferro, si inerpicava su per la collina, nei boschi dove non esisteva sentiero. A volte si doveva fermare per orientarsi e, così facendo, si abbandonava all’ascolto del vento che inventava rumori: scricchiolii, fruscio di foglie secche, il pigolio di qualche piccolo uccellino.
Respirava sentendosi soddisfatto e realizzato in così poco che per lui era tanto. Poi riprendeva a camminare…
…un tipo di solitudine che permette di: pensare, osservare, riflettere e ricordare…
quando stare soli è una medicina, che cura ed a volte guarisce…
Che dire Anna: grazie!
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Ho camminata con lui ,grazie
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