Voci da lontano – di Carla Faggi

Sono nata e cresciuta in un Comune della provincia di Firenze, in un paesino ai margini di quel Comune.
Non mi piaceva vivere lì, non mi piacevano le persone che si interessavano di tutti e che, secondo me sparlavano di tutti.
Non amavo che parlassimo un pessimo fiorentino, quasi pratese, non amavo il perbenismo che condizionava obbligatoriamente tutte le mie azioni.
Non sopportavo il circolo del Prete proprio di fronte a casa mia, non sopportavo che mia madre lavorasse e quindi non poteva prepararmi la merenda; che non mi facesse la zuppa inglese come la mamma della mia amica.
Non amavo la mia maestra che faceva preferenze ed era molto ossequiosa verso la figlia della signora con due cognomi.
Sono tanti i “non amavo” nei ricordi delle mie emozioni di allora.
Ora che sono grande, molto grande un mio desiderio è tornare a vivere là, in quello splendido paesino sotto Monte Morello dove si conoscono e mi conoscono tutti. Dove la strada diventa una piazza di incontri e commenti. Dove ancora ci si occupa e ci si prende cura di tutti. Dove al circolo del Prete, proprio di fronte a casa dei miei ci si ritrova ancora nel pomeriggio a fare due chiacchiere.
Dove purtroppo non c’è più la maestra unica ma una chat di genitori e tanti insegnanti.
Dove c’è il sole e invece nei miei ricordi di bambina c’era la nebbia.
