Parte Prima (già pubblicata): Allungai il collo per osservare la situazione, quando la mano dell’uomo accanto a me mi fece abbassare il capo : – Cosa fai, sei impazzito? Giù la testa presto prima che sia troppo tardi- Non capivo! Perché stavano tutti con la testa reclinata, sguardo a terra, ammassati l’uno accanto all’altro. Cosa stava succedendo? Perché mi trovavo in quella situazione? Sopra di noi una luce accecante che non permetteva di alzare lo sguardo. Un ronzio ritmico spostava folate di vento come le pale di un gigantesco ventilatore. Ogni tanto si sentiva un “toc” come di una pacca sul capo, seguito da un “ohi “ di chi era stato colpito.-Ma dove siamo – chiesi. -Mah … saperlo … nessuno lo sa, perciò zitto e guarda in terra !- Se c’era una terra, perché in tutto quel riflesso bianco non si capiva. “CrocoTook”, una testa rotolò su di noi. -Visto? … Ha allungato troppo il collo …. Giù, sta’ giù…
ATTENTI AL COLLO (parte seconda) – di Simone Bellini

Cristo, ma che cavolo di situazione è questa!
Non esiste che io resti ancora qui, devo trovare una via d’uscita.
Rifletti ….. se non puoi alzare il capo, puoi fare l’opposto ….. strisciare in terra !
Mi abbassai e strisciando cercai di farmi largo tra centinaia di gambe, quando mi sentii afferrare per i piedi. Mi voltai, era lui, il mio compagno di sventura :
– Che cazzo fai , lasciami andare ! –
– Stai scappando vero? Voglio venire con te ! –
– No, non se ne parla ! Devo essere solo per riuscirci –
– Dai , in due ci proteggeremo a vicenda, me lo devi, se non ti avessi avvertito la testa non l’avresti più ! –
– Va bene, ma stai attento mi raccomando.-
Strisciammo insieme verso non so dove, spostando le gambe di quella marea sottomessa che, sentendo minacciato il loro precario equilibrio, mugugnavano impauriti.
Man mano che avanzavamo i mugugni aumentavano sempre più fino a far scattare la sirena dell’allarme.
– Dai, presto, striscia più veloce.-
L’agitazione dei soprastanti rendeva difficile la fuga.
Strisciando ci allontanammo più velocemente possibile da quel frastuono, senza accorgersi che il pavimento stava andando in discesa,.. una discesa ghiacciata. Scivolammo senza un appiglio a cui potersi aggrappare. L’inclinazione diventava sempre più ripida e noi acquistavamo sempre più velocità.
D’un tratto … il vuoto …. Precipitammo nel buio non so per quanto tempo,… sembrava non finire mai !!!
Era la fine, me lo sentivo, non saremmo sopravvissuti.
Questi pensieri affogarono nell’acqua gelida che ci accolse salvandoci.
Nuotammo sfiniti fino a che una melma rocciosa si palesò sotto i nostri piedi. Esausti svenimmo.
– Ehi svegliati, svegliati ! – Un paio di schiaffi mi aiutarono ad aprire gli occhi
– Siamo ancora vivi?- dissi bloccandogli la mano pronta per il prossimo schiaffo- dove siamo ?-
– Ne so quanto te ! Non si vede niente.-
A queste parole, d’ improvviso apparve una fiammella su di una roccia
– Guarda!… com’è possibile che scaturisca del fuoco da una roccia –
Un’altra fiammella spuntò su un’altra roccia e poi altre ancora fino ad illuminare quella tetra grotta.
– Guarda quelle fiammelle in fila, sembrano indicare una via, un sentiero !-
( continua … forse ..)
” d’improvviso apparve una fiammella”
quella fiamma che fa di un attore, uno scrittore valido
leggi e ti senti” fangoso” vedi “la grotta” senti il calore di piccole luci…trovi la via ed il buio diventa speranza
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Uno scherzo sta diventando qualcosa di importante. Simbolico e astratto, tipico del miglior Simone
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