ROSE ROSSE – di Tina Conti

E’ la prima volta che esco da sola dopo la reclusione a casa per ristabilirmi dall’intervento.
L’evento era troppo importante , seguivo solo in parte lo spettacolo recitato. La benda filtrava la scena, solo ombre che si muovevano e personaggi poco definiti mi giungevano insieme ai rumori.
La musica, però, quella mi è entrata nel cuore, vibrava come non mai, ho fatto bene ad andare, non mi capiterà più tanto facilmente.
Ho sentito poi tutta la sacralità del teatro, della mia passata giovinezza e passione. Tutto mi riportava alla mia vita , in giro per il mondo osannata , amata cercata, famosa. Quanti viaggi, incontri passioni e amori, e poi quella relazione lunga e tormentata. Quando sono scesa dal TAXI, con prudenza mi sono avvicinata al cancellino del giardino,ho quasi inciampato in un involucro ai miei piedi. Chi ha lasciato questo pacco che quasi mi ha fatto cadere? mi sono domandata. No, si trattava di un grande mazzo di fiori. Raccolgo tutto ed entro in casa, tocco per prudenza tutti gli spazi per arrivare all’interruttore della luce, un po’ di chiarore mi aiuta , .appoggio il mazzo sulla consolle e mi pungo un dito con lo spillo che trattiene un biglietto. Sarebbe stato meglio se avessero usato una spillatrice. Trovati gli occhiali frugando energicamente nella borsa sento salire una forte emozione, ho scelto di rimanere sola, provvedere da me a tutto, consolarmi e trovare pace. Sono inquieta, chi sarà che mi manda questi fiori? Dal profumo sembrano rose, che morbidezza queste corolle, quanta freschezza emanano, il loro profumo è dolce e sensuale.
Sento una dolcezza diffusa, la serata è tiepida e calda, il profumo del maggiociondolo in giardino si mescola con questo profumo nuovo, le nuvole camminano lente, le intravedo sbiadite dietro la tenda, non credevo di essere ancora romantica e fragile. Mi ero imposta di usare tutte le energie per me stessa, per affrontare solo i miei problemi. Ho sofferto troppo, non sono adatta a relazioni stabili e a conflitti devastanti.
Ho capito subito che era lui, la sua calligrafia precisa e ondulante è unica.
Per fortuna è tanto che non lo sento e vedo. L’ultima volta per scoraggiarlo gli ho comunicato che sarei rimasta sei mesi in MAROCCO DA MIA SORELLA.
Non lo sopporto più, è così appiccicoso e smelenso che mi irrita anche se non fa niente. I fiori sono belli, domani li metto nel vaso se non si sono seccati nella notte. Abbracciarmi prima di dormire? Senti con che cosa viene fuori! Non ci penso nemmeno , appena lo sento gli comunico che non mi vedrà più, mi trasferisco. Capirà così che mi deve lasciare stare.
Certo però, così “cecata” potrei anche rivedere la mia posizione.
Lo potrei invitare a stare insieme 2 o 3 mesi fino a quando non sarò del tutto indipendente. Si vedrà. Ci penserò domani, buonanotte.
Domani è un altro giorno.