Associazioni di idee: Il Bandolero stanco di Luca

Bandolero stanco – di Luca Miraglia

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E’ di nuovo giorno e lo sguardo colpito dal calore del sole che filtra tra le assi degli scuri stenta ad orientarsi.

Paglia, letame, cavalli, polvere e ancora polvere.

Nella mente ancora il risuonare delle urla della folla in delirio per l’ennesimo macello crudele ed insensato.

Nelle gambe ancora la fuga definitiva da tutto ciò.

Stanco di essere bandolero stanco si alza e se ne va incontro alla polvere dei suoi nuovi giorni.

La finestra-quadro per Luca

La finestra – di Luca Miraglia

Come una mappa antica, consunta nel tratto e nei colori, la luce evapora attraverso la finestra. Non se ne leggono più i nomi e nemmeno i confini di quelle terre, e mari e monti forse una volta rappresentati o forse solo immaginati.

Si può quindi indovinare una nuova geografia che esplora mondi immateriali di colori che si fondono e si sciolgono in un caos il cui unico ordine possibile è lo sguardo che osserva e si lascia accompagnare. Ora verso là fuori in immagini composte e naturali in “buona forma”. Ora verso qua dentro tra i contorni evanescenti delle rappresentazioni immaginarie del sé.

Leggera la percezione può fluttuare in quiete.

Mi fa venire in mente…….il sapone di Marsiglia di Sandra

Sapone di Marsiglia – di Sandra Conticini

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Quell’odore di sapone di marsiglia non mi piaceva proprio, non sapevo  descrivere il suo profumo, non aveva il nome di un fiore, frutto, caffè, thè non assomigliava a niente che io conoscessi.

Per fortuna per un certo periodo è sparito dal mercato.

Da qualche anno è ricomparso ed ora invece mi dà il senso del pulito,  del sano, e naturale. Lo uso sempre più spesso perchè mi sembra di tornare alle cose semplici e ai ricordi della mia infanzia.  Tutti quegli odori di fiori e profumi mi hanno annoiato, mi sembrano falsi e  ammazzano noi e l’ambiente.  

Sandra di fronte a una finestra-quadro

Pinguini alla finestra – di Sandra Conticini

I colori, così particolari  di quella finestra, hanno colto subito la mia attenzione. Non mi so spiegare il motivo ma,  toni così caldi e nello stesso tempo tenui, quel giallo tendente all’arancio, ma che comunque non è giallo né arancio perchè tende al rosato sono riusciti a rilassarmi.

Guardando con attenzione mi sembra di notare “La Madonna col bambino” di Raffaello, che per tutta la vita è stata  il quadro alla testata del letto dei miei genitori.  Il babbo diceva che non si poteva sostituire perchè ci doveva proteggere. Da piccola quando non stavo bene mi alzavo in piedi sul letto e parlavo con quel bambino che mi faceva compagnia in quei giorni di malattia infiniti.

Vedo anche un pinguino con il becco ed il pancione che assomiglia a quelli venduti in spiaggia, stanno sempre in piedi, mi fanno sempre sorridere e, se non mi vergognassi, me lo comprerei , così riuscirei a sentirmi meno sola.

Le altre finestre mi fanno pensare ad un arcipelago di terre lontane con mari caraibici dove si va per stare insieme ad altri cercando di dimenticare momentaneamente i problemi quotidiani. 

Dopo la visione della finestra la parola scelta da Daniele è Voracità

Voracità – di Daniele Violi

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Voracità di accaparrare emozioni che ci fanno da scudo alle sofferenze che si sommano, causa queste di altre voracità  che come in un vortice ci strappano dentro un cul de sac. Voracità che ormai facciamo proprie, voracità del tempo che cosi possiamo accumulare e usare sperando di poterlo saper gestire. Un tempo che sentiamo essere sempre più finito, un tempo prossimo che va contro la voracità, che si presenta senza pretese, generoso e ogni giorno ci regala la luce che la nostra vita accoglie con gentilezza, ma forse non ci basta. Siamo ormai capaci di volere tutto e subito, questo perché abbiamo ormai saputo accumulare e quindi abbiamo per questo bisogno di avere aspettative sempre più voraci che ci danno false sicurezze. Gli uccelli ogni giorno cercano la loro briciolina di pane e non sanno essere voraci, hanno saputo difendere la loro libertà. 

Un quadro-finestra per Daniele

Trasformazioni di colori e sostanza – di Daniele Violi

Un quadro finestra che mi dimostra come dall’alto, in cielo, volando accomodato dentro un cestellone di un pallone aerostatico, sporgendomi posso osservare ampi territori sotto di me, che attraverso. Si nota come a volte sono di colore naturale e altre invece hanno una luce e un colore che rispecchia tutto quanto l’uomo può  aver realizzato su vasti territori anche usurpati con cattiveria. Un quadro e uno scenario al momento meraviglioso e poco dopo pieno di colori nero fumo, rossi di luce artificiale, dove difficile è distinguere i disegni che le città e i luoghi affollati ci propongono osservando dall’alto, volando con curiosità e tutto ciò che ci troviamo a veder passare sotto i nostri occhi. Appunto, siamo stati capaci di cambiare il colore della natura, abbiamo stravolto le vecchie e cari immagini che i primi aviatori potevano godere. Ormai con la tecnica si può anche capire con certezza scientifica come il colore, la luce con le nuvole macchiate e tutti i fenomeni legati alla purezza dell’aria del nostro orizzonte di una volta, che  riconoscevamo colorato, dall’aurora, dall’alba e dal tramonto e dal crepuscolo; ora ci possiamo artificialmente nutrire di colori e immagini che con non chalance, senza pensarci più di tanto, abbiamo combinato con la nostra voracità di essere al pari del progresso che ormai è irrefrenabile come tutto ciò che possiamo vedere volando. Una tavolozza di colori a volte interessante magari, ma comunque per niente augurabile per le esistenze di tutte le anime vive che solcano la nostra amata Terra.