Tramonto non a colori – di M.Laura Tripodi
I suoi passi erano cadenzati da uno scricchiolio armonico.
Le ricordava quando da bambina, mano nella mano, con la mamma andava non si sa dove su quella strada sterrata e sassolini dispettosi si infilavano nelle suole bucate delle sue scarpette.
Guardava per terra e pensava. Non si sa a cosa perchè i pensieri sono volatili e non si fanno acchiappare facilmente. Però di tutto quel pensare le rimaneva una sensazione strana, come di assenza.
Di pace anche.
Si avvicinava la sera. Era autunno inoltrato e avrebbe fatto buio in un batter d’occhio. Ma lei non aveva fretta.
A un tratto il sole era sparito dietro le montagne e la foschia appannava gli ultimi suoi bagliori.
Pensò che era un tramonto strano. Non abbacinante di colori, ma grigio come la strada.
Pensò che era la fine del giorno, la fine del percorso, la fine dei pensieri e di chissà cosa altro.
Rimpianse un cielo luminoso tinto di colori caldeggianti.
Poi tornò a guardare il grigio della strada, certa che il sole sarebbe comunque ricomparso il giorno dopo.
MATITAECIELO 
Un tramonto grigio, unico nel suo genere…un tramonto che nasconde: poesia, ricordo….ed uno scricchiolio armonico, che racconta se non tutto tanto.
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Bello, tenero, grazie
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Un tramonto non colorato fa pensare a una fine : un concetto troppo grave per una bambina; è vero che è accompagnato da un senso di pace ma il cuoricino si stringe, secondo me è il “fanciullino” di un adulto che esprime le sue sensazioni e fatica a vedere spiragli al “calar della sera”, è l’occhio dell’adulto che guarda e sente.
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Spesso sono anche grigi, è vero, eppure sempre belli, di quel grigio sobrio, elegante, misurato, come certi tramonti sul mare con foschie di caldo, con l’umidità che si riflette in un unico colore pieno di promesse…..e forse ti assomigliano
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