Tramonto intollerante: Carla

Tramonto ….. – di Carla Faggi

C’è un bellissimo tramonto ma io sono sempre molto incazzata.

Sono diventata piuttosto intollerante, non sopporto la gente, mi da fastidio tutto e tutti.

Mi allontano nel possibile dai confronti, trovo sia tempo perso, energie sprecate.

Non sopporto la retorica, la banalità, l’arroganza e la spocchiosità.

Eppure non ero così, cercavo un tempo di capire le motivazioni altrui, ora depenno, cercavo di dialogare per incontrarsi, ora vado a diritto.

Sono anche questa settimana molto incazzata e amareggiata.

Ho letto i Conforti, mi suggeriscono di soffermarmi sul bello del mondo.

Leggo Snoopy che ricorda che il mondo è bello, peccato sia così mal frequentato.

Passerà, sicuramente passerà.

Se la vita è considerata come una giornata, sicuramente alla mia età sono in tarda serata, sono al tramonto.

Ma riflettendoci il tramonto è bellissimo!

Ed in effetti anche io non sono niente male!

Il rosato del cielo ricorda la mia splendida carnagione, poi il rosa diventa rosso, sono le mie guance quando sono allegra.

L’azzurro che si trasforma in viola sarà sicuramente la mia collana, i miei orecchini e le mascherine colorate.

La luminosità della bianca luce che tende al giallo sicuramente è il colore dei miei splendidi capelli. Eppoi per prendermi ancora un po’ gioco di me, quelle striature arancio sono le mie perfette labbra carnose.

Per tornare seria, da casa mia i tramonti fanno da sfondo a Firenze, vien da pensare che è valsa la pena far passare tutta la giornata per arrivare a godere di questo momento particolare che è bellezza, pace, colori, armonia.

Vale la pena anche se c’è la consapevolezza che sono le ultime luci naturali della giornata.

Poi però possiamo godere di altra serenità, il calore della casa, il conforto dell’esserci e poi la speranza di una notte piacevole.

L’alba difficilmente la vedo. Dormo sempre tanto.

Tramonto senza colori: M.Laura

Tramonto non a colori – di M.Laura Tripodi

I suoi passi erano cadenzati da uno scricchiolio armonico.

Le ricordava quando da bambina, mano nella mano, con la mamma andava non si sa dove su quella strada sterrata e sassolini dispettosi si infilavano nelle suole bucate delle sue scarpette.

Guardava per terra e pensava. Non si sa a cosa perchè i pensieri sono volatili e non si fanno acchiappare facilmente. Però di tutto quel pensare le rimaneva una sensazione strana, come di assenza.

 Di pace anche.

Si avvicinava la sera. Era autunno inoltrato e avrebbe fatto buio in un batter d’occhio. Ma lei non aveva fretta.

A un tratto il sole era sparito dietro le montagne e la foschia appannava gli ultimi suoi bagliori.

Pensò che era un tramonto strano. Non abbacinante di colori, ma grigio come la strada.

Pensò che era la fine del giorno, la fine del percorso, la fine dei pensieri e di chissà cosa altro.

Rimpianse un cielo luminoso tinto di colori caldeggianti.

Poi tornò a guardare il grigio della strada, certa che il sole sarebbe comunque ricomparso il giorno dopo.

Tramonto sui campi di olivi: Anna

TRAMONTO – di Anna Meli

            Ogni sera dalla finestra vedo il tramonto del sole: ogni giorno diverso con lo scorrere del tempo e delle stagioni.

            Stasera sono uscita perché era talmente bello e particolare  che ho voluto godermelo senza le interruzione degli alberi e dei lampioni che circondano la piazza.

            Esco e mi incammino al di là della piazza. Mi seggo sulla panchina centrale cercando di isolarmi dai rumori della strada vicina.

            Ho davanti a me un campo verde di erba inframmezzato da piante di olivi dove, poco lontano, tre bellissimi cavalli, uno dei quali bianco, godono la loro libertà muovendosi tranquilli, fiutando a momenti l’aria nella luce di questo meraviglioso tramonto.

            E’ primavera, l’aria frizzante porta ancora qualche brivido dell’inverno passato. Il sole che di giorno si spande così padrone del cielo da non potersi guardare per la sua intensa luce, ritrova la sua strada di casa e, assumendo una forza e un colore diverso, tinge l’orizzonte di gialli, di rosa, di viola, di lunghe strisce argentate e di ombre scure come le pennellate di un pittore folle e ispirato.

            La grande palla di fuoco che riesco a vedere è offuscata come affogata in una impercettibile nebbiolina. Pian pianino si nasconde laggiù dietro le colline dando risalto ai loro confini, agli alberi, al cipresso scuro pieno di cinguettii di uccelli e infine sparisce lasciando spazio al colore indefinibile del crepuscolo. Il sole si riposa, ma domani sorgerà nuovamente. La prima stella appare timida e sola.

            Fa freddino; mi alzo, ritorno a casa, alle mie occupazioni più serena e grata alla natura del dono che mi ha  offerto.