Il tramonto ogni giorno: Lucia

I miei tramonti – di Lucia Bettoni

foto di Lucia Bettoni

Ho cercato tramonti
Ho aspettato tramonti
Ho respirato tramonti
Ho fotografato, ho immaginato, ho desiderato, ho viaggiato, mi sono persa  e ritrovata in tutti i tramonti della mia vita
Se penso ai tramonti la mia vita mi appare lunghissima: fotogramma  dopo fotogramma ne sono il diario
Oh com’è lunga la mia vita!
C’è sempre stato un tramonto a scandire ogni mio giorno importante o semplicemente un giorno
I tramonti dalle finestre delle case che ho abitato, e se non potevo vederli dalle finestre sono sempre andata a cercarli
Quante volte sono uscita per andare a vedere il tramonto sul ponte Da Verrazano! Quante foto! Sempre nello stesso punto e mai mai uguali
Il tramonto è la pagina del giorno a me più cara, la carezza di cui ho bisogno per chiuderlo
Quante volte l’ho aspettato alla finestra della mia casa in collina!
L’ho aspettato fare capolino tra i cipressi e l’ho visto illuminare la strada che portava o mi allontanava da casa
La strada diventava una stella cometa, era un segno, una guida, una direzione per andare o tornare
I miei amori al tramonto: diciassette anni seduta sulla scalinata di S.Miniato con un ragazzo biondo e dolcissimo conosciuto da poco, vicini, abbracciati, nessuna parola e Firenze ai nostri piedi e il futuro tutto davanti
Molto più tardi a Settignano un tramonto rosso inaspettato e una luna anch’essa incredibilmente rossa erano lì per il nostro primo bacio

Vorrei guardare ogni giorno il tramonto esattamente dallo stesso posto: sono sicura che ogni giorno sarebbe diverso

Da bambina, forse, se non avessi potuto vivere al tramonto non sarei sopravvissuta


Tramonti che aprono porte: Stefania

Il diario dei miei giorni – di Stefania Bonanni

foto di Stefania Bonanni

Il tramonto è il diario dei miei giorni. Ogni sera ci ho parlato, raccontato, ho pianto e sognato, nel tramonto. E lui si colora dei colori che gli ho dato quando, occhi negli occhi del calare del sole, ho raccontato di giorni verdi di giochi di bambini, nell’erba, di giorni blu di sentieri tra le stelle comete, con tutto il cielo a disposizione dei sogni dei ragazzi. Ho detto dei giorni rossi della scoperta dell’amore, trascorsi nudi, pelle contro pelle, in una luce indimenticabile, nel miracolo sconosciuto dell’esultanza dei corpi.

Poi la felicità, i bambini, la sensazione rosa di essere stata potente, per una volta capace, alba per vite nuove.

Ho raccontato al tramonto i giorni gialli e dorati, quelli di lunghissime giornate sulla sabbia, tra la trina di spuma lasciata dalle onde e lo stupore per una bambina color biscotto, dono dolcissimo della vita.

Ho detto di giorni neri d’inferno, giorni che fanno male anche nel tramonto. Perché il sole è tramontato anche il giorno in cui è morta mia madre. Se ne è andata di mattina, una mattina con la stessa alba di sempre, ma non per lei. Se quella mattina non ci fosse stata l’alba… chissà. Il tramonto che mise fine a quel giorno l’ho benedetto, da allora, spesso. Nessuno avrebbe potuto sopportare neanche un minuto in più, di quel giorno cattivo.

Ho raccontato al tramonto i giorni bianchi, quelli degli infiniti esami medici alle chiazze bianche sulla mia materia cerebrale. “Bianco è il colore del danno”, come un libro che sembrava parlare per me.

Ho raccontato della voglia di mare, d’azzurro, e sono stata accontentata. Mi piacciono anche i tramonti anonimi, quelli che non vogliono farsi notare, che scivolano via piano, senza fuochi artificiali, per lo più azzurri, timidi, silenziosi.

Penso che lo scenografo che ci ha costruito lo sfondo, abbia voluto farci un regalo. Alla fine ha guardato da lontano,o forse ha riletto la sceneggiatura, e mancava un dettaglio. Come quando si compra un vestito bellissimo, poi ci si guarda allo specchio e ci si accorge che manca una sciarpa, una collana. Come se il tramonto fosse la collana di corallo del buio che verrà.

Spesso cerco panchine vista tramonto. A volte però sono intimorita. Se capitasse seduto con me qualcuno che non vede il tramonto, sarebbe per me un momento rovinato e non so se sarei capace di stare zitta, di non dire che non mi piace chi non guarda il cielo.

Il momento del tramonto è come quello in cui è appena finita la musica, un silenzio pieno di suoni. Il tramonto apre la porta ad un buio pieno di colori.

Tramonto a mezzanotte: Nadia

Tramonto di mezzanotte! – di Nadia Peruzzi


L’acqua attorno a noi era una distesa placida, appena increspata, rilucente di azzurri , di grigi , di blu notte con trasparenze da pietre preziose.
Isolotti emergevano qua e là come note su uno spartito.
Il tramonto davanti a noi era fiammeggiante laggiù in lontananza. Un rosa ma visto, che in un punto sembrava un tizzone acceso. Note di rosso e di fucsia si rincorrevano con lampi di arancio e apostrofi di violetto 
Appena sotto il Circolo polare artico, con una adrenalina che nemmeno pensavo di avere , me ne stavo immobile con un misto di meraviglia e di timore reverenziale di fronte a quello spettacolo .
Quasi sopraffatta da quella visione , l’idea di catturarla con una foto mi sembrava un banalizzarla e quasi un sacrilegio. Durò poco. Vinsi l’inerzia e scattai. Un tramonto a mezzanotte quando mai avrei potuto vederlo di nuovo e un tramonto come quello che avevo davanti proprio in quel momento. Ne scattai diverse di foto, ne ho salvate 4 . Ogni volta che le guardo mi fanno pensare che il paradiso possa esser quello.
Un tramonto che non è un tramonto del tutto perché il sole si sdraia sulla linea dell’orizzonte e resta a far capolino, tanto da sembrare appeso come quelle lanterne rosse che in Cina punteggiano le notti.
Una notte che non è mai notte del tutto, perché il sole sembra rimbalzare per andare a prendere per mano l’alba del nuovo giorno che sta per arrivare. Il buio pesto non arriva da quelle parti , in estate.
L’anima intimorita di fronte a questa sensazione di immensità e di infinito, si sente invasa e quasi schiacciata. E’ solo un attimo.  Si libera subito dai lacci che spesso la appesantiscono , si libra in volo per andare a toccare la linea dell’orizzonte, laggiù, lontano, e quel fuoco che ha un che di primordiale e sa di vita. E’ vita.

Incontro del 16 marzo 2022: I tramonti

con Cecilia Trinci

“Lascia che lavi la mia anima nei colori. lasciami inghiottire il tramonto e bere l’arcobaleno” (Khalil Gibran)

“L’ombra della mia anima è in fuga in un tramonto di alfabeti” (Federico Garcia Lorca)

….”Con la determinazione dei tramonti, che, ogni sera, non importa ciò che farai, torneranno e faranno notte” (Giulia Caminito)

“A quel tempo cercavo i tramonti, i sobborghi e l’infelicità, ora cerco i mattini, il centro e la serenità” (Jorge Louis Borges)

“Sono molto affezionato ai tramonti. Andiamo a vederne uno?

Un giorno ho visto tramontare il sole 43 volte.

E più tardi hai soggiunto: “Sai quando si è molto tristi si amano i tramonti.

Il giorno delle 43 volte eri molto triste?

Ma il Piccolo Principe non rispose” (A. De Saint Exupéry).