Il conforto ha strade ripide: Carmela

L’ultimo atto d’amore – di Carmela De Pilla

Quanta pioggia nella sua vita, pioggia che penetra fino a scalfire le ossa, tanto freddo a cui col tempo si era  abituato anche lui, ma dentro un grande deserto, qualsiasi pianta appassiva nonostante i suoi sforzi.

Si accovacciava dento di sé e si lasciava vivere dando piena libertà a un destino impietoso che si divertiva a cambiare sempre le carte con cui giocava, non aveva avuto la forza di prendere il suo cuore in mano e guardarlo con amore, non aveva avuto pietà di se stesso eppure si amava e amava la vita, ma i fili con cui avevano tessuto la sua anima erano intrecciati, ingarbugliati a tal punto che trovarne il capo era complicato anche per lui e così si allontanava sempre di più dal mondo aumentando la distanza fra lui e noi.

Se piove da troppo tempo la terra non ce la fa ad assorbire tutta l’acqua e incomincia a franare fino a distruggere qualsiasi forma di vita, anche lui, non più padrone di se stesso incominciò pian piano a rotolare, trovava conforto però nella sua bontà e intelligenza che sapeva usare con grande abilità e allora, aiutato dall’amore, rinasceva in lui la voglia di combattere

Con la stessa intelligenza riusciva  a nascondere i suoi tormenti e tutti dicevamo “ Ha un carattere difficile” e così con gli occhi bendati non abbiamo capito la vera natura delle sue stranezze, non siamo riusciti a dipanare la sua matassa per farne un velo di seta  e un giorno, forse nel tentativo di trovare finalmente un po’ di pace li ha stappati lui quei fili, per un attimo la morte gli è sembrata più bella della vita e se n’è andato, silenzioso come era lui, senza dire niente a nessuno.

Sono stata travolta da bufere e venti impetuosi che hanno messo a soqquadro la mia vita, tuttora cado e poi mi rialzo, ma le tante domande senza risposta mi rinnovano continuamente il dolore. Non basterebbero tutte le parole per raccontare la sua storia perciò concludo dicendo che il suo gesto è stato l’ultimo atto d’amore verso le persone che gli hanno voluto bene.

Conforto impossibile: Patrizia

Vicinanza – di Patrizia Fusi

Piovono bombe e paura sull’Ucraina.

Paura sul mondo e tutti noi.

Angoscia nel vedere persone chiuse nei rifugi che non escono da giorni.

Fuoco che esce dalle finestre degli appartamenti colpiti, sembrano mostri anneriti che sputano fuoco verso il mondo, case distrutte.

Città silenziose, abitanti che non dormono da giorni, tremano di paura.

Sul mondo esplode un pianto per tanta sofferenza procurata agli esseri umani, animali, ambiente.

Vicinanza a questo popolo e alle persone.

Vicinanza a tutte le mamme che perdono i propri figli per la pazzia di potere di alcuni individui senza scrupoli.

Vicinanza a tutti i bambini vittime innocenti di tutte le guerre nel mondo.

Vorrei che tutte le lacrime versate nelle guerre formassero un fiume di saggezza e invadesse il cervello di tutti gli uomini per far inventare un modo di vivere senza guerre.

Mi sento disarmata verso tante atrocità perpetrate a carico di tanti popoli con le guerre.

Non so come dare conforto a me e a gli altri.

Il conforto del coraggio: Sandra

Il conforto e il coraggio – di Sandra Conticini

Quanto coraggio ho avuto nella mia vita.

Non sapevo che ce ne volesse così tanto per vivere una vita normale, ed ogni volta che si prospettava all’orizzonte un nuovo problema  pensavo che non ce l’avrei fatta. Le persone dicono che sono una persona forte, ma bisogna diventarlo, quando non c’è scelta.

Quando entri nel vortice del gioco è difficile tirarsi indietro e lo fai, non  per te, ma  per chi è vicino ed ha bisogno del tuo aiuto.

Il gioco cambia continuamente e  c’è la necessità adeguarsi alle nuove regole. Per me non è troppo semplice e quando penso di essere riuscita a vincere ecco che arriva un nuovo imprevisto ed avanti così, chissà per quanto ancora.  Voglio credere e sperare che riuscirò a ritrovare un po di tranquillità, nonostante gli eventi di questi ultimi periodi che tolgono la pace  mettendo malumore ed ansia.

Il conforto difficile: Anna

CONFORTO – di Anna Meli

            Chiusi la porta e consegnai la chiave a te credendo che sarebbe stato per sempre, che non saresti scappato da me.

            Non fu così.

            Sarà che non esco da mesi, ma sento la tua vicinanza e riesco a vederti muovere nella trasparenza di una tenda sottile.

            Mi vieni incontro, ma non mi raggiungi mai. Uno spazio incolmabile ci divide.

            Le mie mani deboli non riescono a sollevare il mio cuore pesante di rimpianti e fartene dono.

            E piove, piove da luglio…

            Non sento mille violini suonati dal vento né vedo tutti i colori dell’arcobaleno, ma solo pioggia di lacrime su un mondo impazzito che cerca aiuto e conforto vero che da sola non sono in grado di dare.

            Sono stanca.

            Ho il cuore appesantito da forze in contrasto dove rabbia, compassione e amore si fondono. Cerco il coraggio di credere ancora in un Dio che ci guarda dall’alto con occhi bendati sperando ci dia la forza per confortare in modo tangibile chi vive fra mille sciagure.