Avrei voglia….: di M.Laura

Una casa in campagna – di M.Laura Tripodi

Pixabay foto

Avrei voglia di vivere in una casa di campagna.

Vorrei leggere un bel libro seduta su una sedia a dondolo davanti ad un camino acceso.

Vorrei potermi distrarre dalla lettura  per osservare il danzare delle fiamme  e le ombre che si muovono sulle pareti come guidate da una bacchetta magica.

Vorrei guardare l’arrivo del buio che come una marea inarrestabile finisce col  fondersi con il prato che circonda la casa.

Vorrei osservare la neve che cade lenta e avvolge tutto nel suo magico gelo e poi distogliere lo sguardo per farmi accarezzare dalla luce e dal calore del camino.

E’ un’immagine povera a me particolarmente cara perché evoca pace, silenzio, semplicità.

So che non realizzerò mai questo desiderio ma la sua forza è tale che a volte mi sembra di sentire il crepitare delle fiamme e l’odore pungente della legna che brucia.

Suggestione dedicata a Vanna

Il gomitolo – di Cecilia Trinci

Vorrei riavvolgere in un gomitolo solo, sfilacciato dalle giunte e dai nodi, tutta quanta la vita che ho passato. Vanna dice che “bisogna studiare quello che accade nel tempo per capirlo”

Sarebbe un gomitolone goffo, un po’ di filo grosso e un po’ di filo fine, colori a chiazze, dal rosso al verde, passando per pozze grigie e a strisce bianche e blu. Vorrei avvolgere il filo e arrotolarlo, passando dai giorni verdi, con i bambini brutti e belli, i loro sorrisi aperti sui denti nuovi, i pantaloni corti sulle ginocchia rosse, gli “indiani” con le penne di pollo tra i capelli. Rivedrei quella frangia solita. F di frangia e di farfalle, di ferro e fuoco e di follie e falene, fossi e fantasmi.

Rivedrei la suora con gli occhiali, la stufa in classe senza caldo e la mia, in  casa, rossa di fuoco nella cucina piena, mio nonno biondo con grandi mani  tremule, mia nonna che canta mentre cuce.

Il filo corre e struscia sopra i nodi. Chissà se mi vorrei rivedere davvero tutta intera, se il filo potrebbe reggere a rivedere il dolore e la paura. Se avrei il coraggio di salutare ancora la mia mamma e di nuovo di lasciarla andare. Se avrei il coraggio di ritornare indietro.

Chissà di che colore è il filo di quando ho partorito una bambina bella. Un po’ per vivere e un po’ per dimenticare. Non ho pensato a nessuno in quel momento e a niente. Solo a lei e a me che vivevo.

Poi il filo si è sporcato, intrugliato, spezzato. Eppure lo annodo e lo annaspo nel gomitolone grosso come un sacco di iuta da caffè. E giro il filo che diventa blu.

Non sembrava di sentirsi stanchi quando la porta si chiudeva sul palcoscenico dei giorni, la sera, ogni sera, contro la luna piena. Il filo scorreva e diventava fucsia e giallo e argento e viola scuro….

Si fa quasi fatica ora ad annaspare il filo, a girarlo in una palla grezza. Son gli ultimi giri magari, chissà, e prima di finire il filo mi viene voglia di buttare il gomitolo giù, verso il fiume dove vanno a giocare i nipotini……..lanciarlo e lasciarlo rotolare e…. guardarlo correre ….per inseguirlo, sotto un cielo blu.

Vorrei…: Carla

Vorrei …..- di Carla Faggi

Vorrei essere una donna atletica, una che corre, che nuota, che scia.

Non ho mai corso nella mia vita neppure da bambina, potevo e posso al massimo camminare velocemente.

Ho fatto mille corsi di nuoto, da bambina, da adolescente e da adulta: promossa con il 5– ora sto nell’acqua anche dove non tocco, ma la testa rigorosamente all’aria.

Odio la neve, è umida, appicicosa, si può facilmente scivolare.

Avrò mai provato a sciare? Si! noblesse oblige se lo fanno tutti i tuoi amici.

Ci sarò riuscita? Assolutamente No!

Eppure nell’immaginazione sogno di essere atletica, sportiva.

Alta, snella, perchè così sono questo tipo di donne.

Pantaloni aderenti, glutei sodi, capelli al vento, abbronzatura da vera donna fitness.

Naturalmente elegantissima con completino da neve griffato, magari rosso, o forse va bene anche giallo.

Sorridente sempre, denti bianchissimi.

Perchè così sono le donne sportive!