Una mattina di maggio: Nadia

Eden – di Nadia Paruzzi

foto di Nadia Peruzzi

Una mattinata nel parco dello Stibbert!
Il folto degli alberi avvolge come un grembo materno. Il verde tenero sa di rinascita. Si comincia a percepire il profumo di una libertà inseguita per mesi. Libertà di ritrovarsi e di guardarsi negli occhi, mentre ci raccontiamo emozioni e sensazioni.
Il ballo in maschera continua ma la coltre che opprime si fa più lieve. Ha la trama di una garza che lascia intravedere una luce via via più intensa.
Ombra venata di umidità che sale dal terreno e scende dall’alto di fronde maestose.
I rumori della città sono solo un brusio lontano e sono sopraffatti dalle voci dei bambini che giocano, e da un gloglottìo di acqua che scorre. Arriva chiaro in più punti senza che qualcosa ne impedisca il flusso.
Bellezza nella bellezza, una ragazza dalla pelle ambrata con in mano una rosa volge lo sguardo al fotografo che cerca forse di arrivare ad un’anima mentre segue le fattezze del suo bel volto per lo scatto migliore.
Senza un apparente motivo, forse un refolo di vento sbarazzino che si incunea, una piana dalla foglia lunga come la lama di una spada balla su uno stelo sottilissimo.
Segna il tempo, come un metronomo. Nessun pianoforte nelle vicinanze. La melodia è nel canto della natura stessa.
Arriva forte e chiaro insieme al ricordo vivido di un altro parco, di un altro giardino in un’altra città.
Il canto degli uccellini che si godono la primavera trionfante fa da punteggiatura.
Mi rivedo molto più piccola. Sto correndo e giocando a Villa Imperiale a Genova.
Occhi spalancati sui cigni che nuotano nel laghetto mentre gli sto dando, come sempre, qualcosa da mangiare.
Gli altri sensi accesi mentre colgono i profumi e i colori della grande varietà di fiori che spuntano dappertutto.
Su tutto svettano le palme, grandi , rassicuranti con i loro ombrelli.
La città caotica anche allora non ce la faceva a varcare i cancelli di quell’oasi di pace. Se ne stava in disparte, come per non disturbare.
Anche molto prima di averlo letto c’ero proprio dentro a quel “Via dalla pazza folla” che ho amato così tanto da adolescente.
Ci sentivamo dentro un Eden.  Era un Eden.  Allora come ora!.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Una mattina di maggio: Nadia”

  1. Bello il tuo racconto Nadia!….
    La descrizione delle immagini scorre sicura , leggera , profonda e non banale…..Nessun pianoforte nelle vicinanze. La melodia è nel canto della natura stessa.
    Grazie

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