Siamo arrivati alla fine del viaggio!!!

 

INCONTRO SCUOLA 3 2017

DOPO UN’ASSENZA – di Elisabetta Brunelleschi

Sono mancata quindici giorni. Ora sono qui e intorno a me i volti noti che compongono quello che io chiamo il gruppo di scrittura.

Un elenco di profumi, la nostra Cecilia lo legge lentamente, scandendo bene le parole.

Un profumo dopo l’altro e in me si evocano ricordi, sensazioni. Acchiappo i tigli e ripenso a un viale alberato di tanti anni fa.

Sono contenta perché posso scrivere. Per tutti i giorni di assenza non ero riuscita a scrivere nulla.

Ora quest’elenco di profumi mi ha aperto una porta su immagini lontane che sul foglio diventano oggetti colorati e multiformi.

Dopo la scrittura ecco l’ascolto e come sempre nel susseguirsi dei brani pesco frasi e parole che come sempre mi mi sorprendono e mi coinvolgono.

Ogni contenuto mi fa pensare a ciò che anch’io potevo o potrei raccontare.

I profumi.

Ecco l’automobile nuova che io avrei detto con quell’odore ancora non impregnato di benzina.

Poi c’è l’erba che a ogni primavera ci regala l’odore dei suoi steli recisi.

Ecco il fascino delle carezze al morbido e profumato corpo di un neonato e tra le braccia mi sembra di tenere mia figlia appena nata.

E dell’acqua, che a me non ha mai dato sensazioni di profumo, perché quando è pura è inodore oltre che incolore, scopro con sorpresa che può suscitare tante sensazioni olfattive.

Da ogni lettura  mi nascono stimoli per scrivere ancora.

Ma ora? Ora che siamo giunti alla conclusione di questo percorso?   Come continuare a scrivere?

Come potrò da sola, nei torridi pomeriggi estivi, trovare il modo di usare la penna?

E poi?…. potremo ricominciare?

Sì! dovremo ricominciare.

 

Profumi

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Profumi – di M.Laura Tripodi

Eccoli là, tutti in fila.

Sanno evocare sensazioni, sentimenti, ricordi.

Niente come un profumo antico sa far rivivere i momenti importanti della vita.

Ma io sono ancora alla ricerca di un ricordo legato all’odore della terra bagnata in un bosco di autunno.

Sentimenti e colori

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Sentimenti e colori – di Ivana Acciaioli

Tendiamo e tentiamo di dare un colore ai sentimenti, alle sensazioni, forse perché il colore colpisce uno dei nostri sensi in modo immediato.
Anche la pelle degli uomini ha un colore ma questo non sempre li aiuta.
Forse per presunzione tendiamo a catalogare, ad isolare sempre uno dagli  altri, colori, uomini non fa differenza.
Forse per questo l’arcobaleno che raccoglie in sé nell’unicità della luce tanti colori si mostra raramente.
Vorrei che gli uomini avessero negli occhi più arcobaleno, che nessun colore ci impedisse di vivere le cose in modo unilaterale; le sfumature sono preziose impariamo a cercare le sfumature che ogni essere porta con sé.

Occhi verde-orto

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Gli occhi verde-orto di Giuseppe – di Ivana Acciaioli

Dopo che il vento gelido ha scorrazzato per mesi nell’orto e prima che sopraggiungano i ghiribizzi dell’estate lui cerca di  cogliere tutto quello che resiste a questa  bizzarra primavera.

Dura, come sempre, la vita  di chi coltiva la terra, aveva abbandonato la famiglia proprio per evitare tale sorte; così appena raggiunta l’età della leva era partito, pensando bene di mettere la firma ed allontanarsi definitivamente dalle zolle, dalla pelle cotta dal sole e dai capricci delle stagioni.

La vita lo aveva accompagnato verso nuovi lavori, ma abituato alla fatica e alla  durezza fin dalla più tenera età, mai ne era stato spaventato e mai si era voltato indietro.

Però nei suoi occhi verdi traspariva da sempre il colore dei campi, della vigna, e di tutte le chiome degli alberi su  cui, monello com’era, saliva per rubare succosi frutti.

Non aveva potuto più nascondere a sé stesso quell’amore  che  si  era insinuato, a sua insaputa, nella parte più profonda del suo essere e che affiorava  proprio quando, abbandonati doveri e obblighi, ognuno cerca  la propria isola di pace.

Lui l’ha  trovata in quel pezzo di terra che cura con amore e dedizione assoluta.

Ha ricordato tutto, come  zappare, concimare, piantare, potare, tutte le nozioni per anni messe in disparte erano lì  nelle sue mani, che si muovono sicure, e le vecchie braccia trovano nuova incredibile forza.

Giuseppe ha quasi ottant’anni, ha appena suonato alla mia porta, lo vedo arrivare con delicati cesti di insalata, zucchine e un mazzo di tenera bietola, soddisfatto lascia tutto quel verde nella mia cucina.

L’amicizia ha i capelli rossi

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A Chiara – di Ivana Acciaioli

Eravamo diverse allora come ora eppure ci siamo conquistate.

I miei quindici anni, uno in più dei tuoi, erano spavaldi come le mie minigonne, la mia aria emancipata da ragazzina che di periferia non voleva odorare, mi faceva apparire sicura, forse un po’ sfrontata, tenevo ben nascosti i miei timori e la sicurezza diventava stendardo.

I tuoi capelli ramati, la tua aria ingenua, le lentiggini intorno al naso ben disegnato, erano la tua inconsapevole forza.

Io avevo vinto da tempo la battaglia per le calze trasparenti che a te erano concesse solo sotto dei lunghi calzettoni, li toglievi prima della campanella mentre il bagno diventava per te anche sala del  trucco negato, mentre io sfoggiavo liberamente il mio ombretto colorato.

Eppure la tua minor libertà appariva ai miei occhi come maggior attenzione di coloro che sicuramente volevano proteggerti dalla vita.

Eravamo amate in modo diverso e la ricerca di indipendenza alla quale ero da sempre stata educata in dei momenti risultava difficile.

Comunque crescere era inevitabile per entrambe.

Ti ponevi all’ombra della tua amica R. bella , superba con la sua treccia esageratamente lunga quanto ammaliante, eppure per me eri tu più affascinante, con il tuo sguardo di meraviglia con la tua semplicità e la tua modestia.

Ecco perché ci tengo alla nostra amicizia che dura nel tempo.