
COME UNA FARFALLA – di Mirella Calvelli
A volte quando la vita ti costringe a volare basso, anzi a sentirti così vicino alla terra da percepirla non solo con il corpo, ma con tutto il tuo essere, sogni di avere delle ali leggere per staccarti dal suolo e volare via, riguardando di tanto in tanto laggiù, dove hai assaporato tutto il disagio e la costrizione.
Volare via, per avere un’altra prospettiva, un’altra angolatura. Mentre assapori l’evasione e la libertà, il vento ti fa volteggiare, sfiorare i fiori più belli e affondare lo sguardo verso la profondità del cielo.
Ed è in quel momento di beatitudine misto a frivolezza, che dimentichi la connessione con la terra, permettendo all’aria di ingoiarti.
Ecco la vita dell’uomo, da bruco strisciante, elabora un piano: si chiude nel suo bozzolo scuro, lavora ed impasta la sua nuova vita, e nuovi progetti.
Una vita diversa, leggera che porterà a volteggiare davvero, con l’intento di non cadere mai giù.
In questo sforzo immane, prova un acuto dolore “alle scapole delle ali”, tanto da farsi acceccare dal sole.
Il quale potrebbe seccare le sue belle, fragili e colorate vele.
Finisce la sua esistenza assorbito dai colori dei petali dei fiori che costruiscono il suo segreto e la sua bellezza.
Aspetterà un’altra occasione per ripetere il ciclo della vita, scivolando lentamente dalla corolla dorata fino al suolo, dove ripercorrerà il disegno del vecchio o nuovo bruco.



La farfalla – di Stefania Bonanni