Un uomo di oggi

background-2734972_960_720

Tempi moderni – di Ivana Acciaioli

La sua mascolinità era stata messa a dura prova prima dalle tutine rosa lasciate in eredità da sua sorella che la mamma sosteneva  non potevano andare sprecate, poi dai giochi di trucco e travestimento a cui sua sorella lo sottoponeva. Forse il suo segno zodiacale lo aveva salvato ed era cresciuto duro e forte, proprio un vero torello. Però le prime due donne della sua vita gli avevano piantato nel profondo il germe della gentilezza e di un altruismo infinito. La sua scorza apparentemente dura nascondeva un animo dolce e sensibile che però teneva saldamente a freno.
Era stato educato al rispetto e alla comprensione delle necessità e bisogni del mondo femminile. Attendeva la sua donna mentre si preparava per uscire senza mostrare nessun segno di impazienza.   Amava il calcio e lo sport in genere, ma vi rinunciava mettendo al primo posto le esigenze di coppia. Si prendeva cura delle persone con grande disponibilità e in tal direzione aveva mosso anche la sua vita lavorativa.
Non aveva particolari doti fisiche ma neppure difetti, era un uomo normale, con una bellezza normale, la barba leggermente rossastra  dava al volto una nota particolare ma la cosa che lo distingueva era un dolce sorriso e le sue mani che possedevano un tocco speciale morbido e saldo insieme. Non gravava sulla sua compagna in nessun modo, si occupava da solo dei suoi abiti e delle sue proprie cose materiali, si preoccupava del pranzo , della cena e si faceva carico di varie faccende domestiche. Instancabile lavoratore cercava di guadagnare senza sprecare , il lusso che si concedeva erano delle comode vacanze in luoghi lontani poiché era curioso di realtà diverse dal proprio paese. Non amava le donne italiane, fisicamente italiane, infatti le sue ragazze erano sempre state straniere o nate in paesi stranieri come la sua attuale compagna.

Allegria

background-3151154_960_720

Allegria è un modo di comprendere la vita – di Ivana Acciaioli

Allegria basta poco per trasformarla in allergia; ecco forse per questo nella mia vita  sono stata allergica all’allegria o forse solo un po’ intollerante.
Non so perché ma sono più propensa a ricordare i momenti di allergia, quelli in cui ti manca il respiro e ti si chiude il cuore, l’intasamento dei pensieri si fa opprimente e l’antistaminico si chiama antidepressivo, ma non sai come si chiama ancora e cosa sia perché hai quindici anni ed è morta la tua amica del cuore dopo un male che pensavi non potesse colpire una giovane vita, così cominci a sentirti sola e a pensare che la morte non è poi così lontana.
Non cerchi neppure  di guardare dietro di te l’infanzia, perché neppure i tuoi  primi anni dei quali dovresti ricordare solo i giochi sono stati poi così spensierati, ti sei trovata offesa ed abbandonata, hai perso la presenza della madre e hai conosciuto una nuova malattia e nuova solitudine, hai dovuto imparare a difenderti a capire che intorno non sempre trovi comprensione ed affetto.
Eppure risate e divertimento ce ne sono stati ma non li considero il mio patrimonio di allegria.
Credo di non averla saputa comunicare nemmeno ai miei figli ai quali avrei voluto dare tutto il bene del mondo.
Vorrei conoscerla bene, scoprire il suo profumo e riempirmene, il suo colore che mi dicono sia verde, sentire il suo calore e saperlo trasmettere, nutrirla nel profondo e non doverla cercare, essere libera di farmi invadere da lei senza timore.

L’ape che distribuisce miele

nature-3175671_960_720

Come un’ape distribuisci miele volando- di Carla Faggi

Nell’azzurro del cielo la piccola ape laboriosa, gialla con macchie nere, il musino ocra scuro, le alette nerissime, vola.

Giù al villaggio, un borgo di bianche case con tetti rosso fuoco stagliato nel verde dei prati, la conoscono tutti e l’hanno soprannominata  Giallina l’acrobata apina.

Un doppio salto mortale su un fiore, discesa a picchiata su di un altro, slancio con recupero laterale su un altro ancora.

I fiori dei prati li conosce tutti ed ora li saluta mentre vola.

Ha avuto tanto da quei fiori che la circondano e quel tanto lo ha fatto trasformare in miele.

Ora sta a lei donare quel suo tesoro così prezioso.

E’ stato emozionante prendere il loro dono e li ringrazia per la gentilezza con cui glielo hanno dato.

Ora è ancora più bello rendere il frutto del suo lavoro alla natura che  sta attorno.

Vola, distribuisce miele e medita.

Prendere per dare. A volte è armonia . Ma non sempre.

A volte dai: polline, colori, profumi, matita e cielo, mercoledì di lettura alla coop.

E a volte ricevi: la sala non era giusta, c’era troppo rumore e non si sentiva nulla, non c’era quasi nessuno…..

Povera apina, distribuisce miele ma c’è chi a volte non se ne accorge.

Speriamo non smetta mai e non sia permalosa perchè il suo miele è tanto…tanto buono!

Come l’acqua di un fiume

creek-593146_960_720

Ispirato a: “Come l’acqua di un fiume sei sonora” – di Tina Conti

Una donna così è da amare, si muove silenziosa, pacata, prudente, misurata.
Sembrerebbe non toccare terra al suo passare. È lieve, rassicurante, prudente.
Sarà sempre così?
Sicuramente no!
Ecco che, con un forte temporale il fiume brontola, rotola, scalpita, sarà così anche lei.?
La natura delle acque nelle sue sfumature, calme e  calde in estate, con il muschio che ondeggia sul fondo portato dalla corrente, tumultuose  e  aggressive in inverno che con impeto trasportano e travolgono ogni cosa.
Ecco, anche lei proverà alterni stati d’animo, sarà irruenta, aggressiva  e rumorosa e a volte, lieve rassicurante.,e pacata .
Anche l’Arno era d’argento, incantava turisti  e cittadini al tramonto con i suoi riflessi e colori, rendeva la città romantica e dolce al levarsi del sole .
Quando però è  esondato travolgendo ogni cosa, provocando danni alle cose e alle persone, è apparso nella sua forza incontrollata e abbiamo iniziato a guardarlo con circospezione e sospetto.
Lo sorvegliamo in giorni di piogge intense, misuriamo il livello di piena passando sui  ponti,
Più informati e con tecnologie  all’avanguardia  ci sentiamo più protetti, ma sempre guardinghi  rimaniamo …  Però lo   amiamo.

Pioggia

water-2986837_960_720

Pioggia – di Maura Corazzi

Ignorando tutto sono stata nel prato, la pioggia cadeva e con il suo tin tin tin scandiva il tempo, il tempo di quella piccola goccia che uscendo lentamente dal flacone della flebo per entrare nel mio corpo, stravolgendolo; così, seguendo il rumore della pioggia e di quella minuscola goccia della flebo, ho preso il mio arco ed ho iniziato a tirare, tenendo gli occhi chiusi  ed immaginando tra una freccia e l’altra  di girare (stando su un solo piede) su me stessa! quando ho aperto gli occhi le frecce erano sparse ovunque nel paglione: dal bianco al giallo, …..forse il mio stare sola, il mio sentirmi stordita dai farmaci ha reso il paglione sensibile e le frecce sono state l’espressione palese di me! c’era però, nella confusione della freccia, della pioggia, anche un centro giallo! che rappresenta la forza, la resistenza di andare avanti!!

Perdersi tra i cespugli di ogni verde

corsica2020 060

Ispirato a “perdersi tra i cespugli di ogni verde mentre i pensieri vagano sereni” – di Chiara Bonechi

Giovane, innamorata, con lui in una splendida giornata di primavera, fuori da mattina a sera.

-”Dove andiamo?” gli chiesi.

-”Verso il mare, sarebbe bello il mare della Maremma dove abbiamo fatto la nostra prima vacanza”.

Ci piacciono i luoghi meno conosciuti, quelli quasi irraggiungibili ma in quella zona ce ne sono pochi. Noi ne conosciamo uno e là vogliamo andare. La macchina posteggiata sul ciglio della strada e via a piedi lungo il sentiero che porta al mare. I cespugli sono alti e si fanno sempre più fitti prima di diradare verso la spiaggia, i corbezzoli e le ginestre si intrecciano con il mirto e il ramerino, i profumi sono intensi, i verdi tanti e diversi. Mano nella mano andiamo avanti colmi del verde di quelle piante mediterranee e dell’azzurro del cielo, stiamo bene. Nessun pensiero ci riporta indietro. I pensieri di quel momento sono solo per noi, per il nostro futuro e vagano sereni.