Suoni vuoti – di Carla Faggi

Inizialmente era solo un brusio, un suono fatto di mancanze, poi quel vuoto si riempì, vi erano sospiri inquietanti, urla sussurrate, respiri forti e ritmati.
Cercai di alzarmi ma ricaddi pesantemente sulla branda.
Volevo muovere le braccia ma erano immobili come abbracciate le une alle altre.
Provai a parlare ma le labbra sembravano incollate, ci riprovai di nuovo ed uscì un suono, allora continuai ed il suono diventò più alto delle mie orecchie.
Mi spaventai ma come presa da un senso di liberazione provai di nuovo e fu allora che la mia voce si espanse in tutta la stanza ed esplose rimbalzando sulle pareti imbottite di ovatta.
Mi sentivo libera ed allora urlavo.
E poi urlai di nuovo verso quella luce accecante che mi ghiacciò gli occhi.
Poi ancora urlai verso quelle persone vestite di bianco che improvvisamente arrivarono.
Sentii la loro presenza e urlai di nuovo.
Sentii qualcosa di pungente e poi di caldo che entrava dentro di me e urlai.
Il caldo iniziò a svuotare le mie forze ed io provai ad urlare.
Ero di nuovo vuota, fatta di mancanze, non urlavo più.
E tutto tornò ad essere solo un brusio.
…così bello che vorrei averlo scritto io…
“LA VOCE CHE RIMBALZA SULLE PARETI IMBOTTITE DI OVATTA”
….una immagine così vera da far male…
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Un brano molto forte Carla… fortissimo!
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l’urlo-libertà…bello
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Bellissimo.Serrato e potente.Un suono fatto di mancanze ,fa pensare.Bella immagine la voce che rimbalza su pareti imbottite di ovatta.
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