





Un guardiacaccia. O forse guardiabosco. Persona forte determinata con un fucile leggero, una cartucciera, un cappello di feltro a falde larghe. Cammina lentissimo con passi brevi, regolari, è grinzoso nel viso per le rughe a causa dei forti raggi solari di una vita, combattuti socchiudendo gli occhi senza occhiali scuri. Una vita lassù, nei profumi degli alberi e delle vegetazioni. Ma anche tra gli odori cattivi lasciati dagli animali. (Lorenzo)
Era diventato un bravo e conosciuto scrittore di fantascienza, la sua passione fin da bambino. Era riuscito a coronare il sogno, aveva fatto una bella carriera e ne era soddisfatto. La sua era stata fino ad allora una vita piena di soddisfazioni, di amicizie ma ora si era allontanato dalla città caotica e preferiva passare il suo tempo nella vecchia casa di campagna insieme agli animali (Mimma)
Sarebbe uscita con il vestito verde di damasco con la trina rosa, scarpe a punta con fiocco e strass. Calze a righe gialle e viola, mantello dorato con bordi di pelliccia. Anche l’ombrellino e il cappello erano meravigliosi. Arancio con veliero e nido di uccellini, fiocchi rosa e farfalle. Non poteva però abbandonare le altre cose dentro il baule, le avrebbe messe in una valigia. Messo il rossetto ciclamino salì sul taxi per Toledo. Al compagno lasciava una lettera piena di baci ben in vista nella padella delle bruciate, ma non diceva la sua destinazione. (Tina)