Lo scrittore in ritiro – di Luca Miraglia

Nonostante la pensione, Armando non rinunciava mai alla sua passeggiata quotidiana in quei boschi che aveva calcato per tutta la vita: la sua vita da guardaboschi a salvaguardia di quei luoghi incantati che tanto amava.
Certo, molte cose erano cambiate anche lì nel corso del tempo.
Le radure distese verso il paese erano state pian piano inghiottite dall’espansione di ville e villette dei nuovi paesani in fuga dalle città del fondo valle. Financo quell’ultimo prato, proprio al limitare del folto del bosco era stato occupato da una piccola casetta con tanto di pollaio.
Ci abitava da non molto un bel signore un po’ attempato, dall’aria raffinata e colta. Non certo un montanaro o un contadino: un altro cittadino in cerca del suo “buen retiro” tra i silenzi dell’alta valle e l’illusione di naturalità nel governare qualche pollastro e due papere.
Armando viveva con una certa insofferenza questa invasione del suo mondo antico.
Tutte quelle costruzioni e quell’asfalto non avevano fatto altro che portare fin quassù i rumori e gli odori delle città e il loro stile di vita fatto di urgenze e velocità.
Anche oggi mentre nella sua passeggiata sfiorava quell’ultima radura a filo del bosco, un fracasso scoppiettante di motore che arranca su per la salita: un taxi sgangherato che si ferma davanti alla casetta.
Ne scappa fuori una improbabile signorina vestita come un arcobaleno rilucente e delle improponibili scarpe a punta.
- Se non fosse che cammina, sarebbe un perfetto spaventapasseri – pensò Armando – perfino i pollastri se la sono data a gambe a quella visione.
- Giovanni!! Giovanni dove sei?!! – cominciò ad urlacchiare la signorina.
- Sono Matilde, la tua Editor! Vieni fuori per favore!!
Il bel signore si affaccia dal pollaio:
- Matilde!! Te l’ho già detto cento volte! Non scriverò mai più né per te né per nessun altro!
che bel finale!! Originale e inaspettato
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