Nel villaggio – di Luca Miraglia

L’emissario del governatore attraversando tutto il villaggio si affacciava ad ogni porta chiamando con voce stentorea:
- Kummè! Kummé!! Kummé abita qui?
Ma il silenzio regnava incontrastato nella mezza mattina assolata
Finalmente dal fondo di una spelonca un’anziana dalla pelle dello stesso colore del buio rispose:
- Vai di là dell’ultima capanna e imbocca il sentiero, lo troverai sicuramente.
L’emissario così fece e dopo diversi minuti di cammino vide farglisi incontro una figura slanciata di uomo dall’aspetto sorprendentemente curato per quei luoghi. Sul volto scavato ma gentile gli occhi acuti risaltavano sul color bronzo della pelle cotta dal sole e dall’età.
- Sei tu Kummé?
- Chi lo vuol sapere, amico?
- Rispondi, sei tu Kummé?
- Amico, sono io Kummé, amico.
- Il governatore ti vuole al suo cospetto, il motivo lo ignoro, ma devi venire con me, ora!
Kummé si rovistò nelle tasche della tunica: un pugnello di sale e un quarto di focaccia da una parte, dall’altra una presa di tabacco e l’ampollina di ambra profumata.
- Bene – pensò tra sé e sé – qui a posto…
La bisaccia poggiata sul fianco gli pareva però un po’ più leggera del solito, già, aveva consumato tutta l’acqua e per questo se ne stava tornando sui suoi passi.
- Allora! Che aspetti! – lo incalzò l’emissario
- Devo prima riempire la mia borraccia, il cammino è lungo, mica è una passeggiata quella che ci aspetta, amico.
- Non ti servirà. Ho io le scorte che servono ad entrambi per il viaggio – fu seccamente apostrofato dall’ometto tronfio – E poi smettila di chiamarmi amico. Io sono l’emissario del governatore e come tale mi devi rispetto ed ubbidienza, non amicizia,
- Bene, amico – rispose Kummé con un sorriso gentile, accendendo di fulmini lo sguardo del suo protervo interlocutore.
I due si incamminarono verso il villaggio dove l’emissario aveva lasciato il suo cavallo ed un piccolo mulo carico delle scorte indispensabili per il viaggio di un uomo del suo rango: cibo per una settimana, vino per due ed acqua per tre (non sia mai che la missione di un giorno, tra l’andare e il tornare, si trasformi in una maledetta e forzata permanenza in quelle lande tra quei villani)
Sfumature…dal
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…terra d’ombra al tabacco, nel silenzio parlato di un deserto sconosciuto ( per me)
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Bellissimo personaggio..tutto meno che villano.
il villano è senz’altro l’emissario..Kummè cervello fino frutto di una storia e di una espe r ienza di vita che lo ha forgiato.Così me lo fai immaginare.
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