Eterna sinfonia – di Gabriella Crisafulli

Ormai era diventata brava: non si faceva più sopraffare dallo stupore.
Era successo senza che se ne rendesse conto.
Così, dopo tanti anni che se n’era andato, cominciava, se non proprio a fare pace con la sua assenza, almeno a conviverci.
Lui aveva un aspetto curato, un fisico asciutto e due mele sode che erano la fine del mondo: tanti anni di sport ne avevano scolpito il corpo.
Possedeva garbo, raffinatezza e una semplicità innata come quando, tolti i vestiti da lavoro e indossato un grembiule da cucina, si metteva a preparare la verdura per la cottura. Sfilava ogni gambo in maniera metodica, quieta, dividendo le erbe in tre recipienti che corrispondevano alla tre cotture successive.
Lei non aveva messo via quei ricordi però ora non interferivano più, o quasi, con il delicato meccanismo dell’esistenza quotidiana.
Purtroppo però l’isolamento emotivo faceva capolino in continuazione come un tarlo che rodeva senza sosta.
E allora le bizzarrie diventavano un’alternativa radicale alla solitudine.
Era come se intorno a lei ci fosse una grande orchestra inanimata formata da scatole, barattoli, gomitoli, forbici, coltelli, orologi, campanelli, fil di ferro, corde, carta vetrata, chiodi, martelli, sacchetti, lana, cuscini, coperchi, stoffe, colori, pennelli, palle, … in attesa di qualcuno, un direttore, che desse il via ad una sinfonia.
Una sinfonia sgangherata, distrutta, disordinata, una musica per erinni spettinate che danzano senza sosta.
Nessuno le guarda, nessuno le vuole: spaventano ed intimoriscono.
Ma loro, come le faraone, ripetono il loro verso senza sosta.
Tante sensazioni, tanti incertezze, tanti, ricordi, grazie
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una bellissima orchestra in cerca di direttore!!!!
…inanimata, non so, piena di colori e musica, certamente🎵🎵🎵
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