Si chiamava Ugo – di Vittorio Zappelli

Aveva aspetto curato………….
Ugo, così si chiamava
Quando si presentò a casa, subito mi stupì.
Magro, non tanto alto, vestito semplicemente ma con un tocco di antica eleganza. Anche l’accento romagnolo lo rendeva a sentirlo un poco strano quando parlava accennando alla sua storia.
Aveva fatto per tanti anni il contadino sotto padroni nella sua terra, poi invecchiando, si era trasferito dalle sorelle nella nostra cittadina.
Chiamato dal babbo ad aiutarlo in giardino e nell’orto dette subito prova della sua abilità e ben presto lui l’insegnante ed il datore di lavoro, l’alunno.
Così acquistò la fiducia di tutta la famiglia. Si portava dietro al lavoro una sacca con gli attrezzi utili per potare, spuntare, sfrondare. Essendo stato contadino e continuando a lavorare anche da noi all’aperto era sempre abbronzato. A tavola mangiava come un uccellino con supremazia del pane sul companatico.
Da qui a venire a stare in casa dei miei il passo fu breve e naturale. Sempre discreto ed educato, quando parlava, sempre a voce bassa, tirava fuori dei concetti di antica saggezza contadina che mi meravigliavano.
Quando avvenne in famiglia la mancanza del babbo si trasformò naturalmente nel sostegno ed aiuto della mamma, sempre pacato e discreto. Suo fu il primo pianto addolorato quando si tornò a casa dopo il funerale.
Così lo rammento con affetto e il ricordo di lui si accompagna allo stupore che mi fece quando lo conobbi che spesso mi suscitava durante il tempo passato insieme .

