Il personaggio di Stefano: il Falco Pellegrino

Il Signor Falco Pellegrino – di Stefano Maurri

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Nel paese delle piccole case bianche distribuite sulla scogliera a picco sul mare la notizia dell’arrivo del nuovo maestro elementare si diffuse con rapidità. Non si parlava d’altro al mercato, in comune, sul sagrato della Chiesa, nel circolo dei notabili come nella farmacia. Nessuno conosceva il suo aspetto: si sapeva soltanto che sarebbe arrivato per l’inizio del nuovo anno scolastico, si sapeva soltanto il suo nome: Falco Pellegrino, proprio come il rapace che passava sopra il paese nelle sue migrazioni. Tutti gli stranieri che si aggiravano per il paese venivano scrutati, ma erano o turisti o funzionari dei vari ministeri che sovrintendevano alle opere pubbliche della zona. Con l’avvicinarsi del giorno dell’’inizio dell’anno scolastico il direttore didattico cominciava a preoccuparsi: si informava nei vari B B della zona se ci fossero state prenotazioni fino a quando non gli fu confermato che era stata prenotata una camera in un B B nelle vicinanze, ma che il cliente sarebbe arrivato il giorno di inizio della scuola. Il giorno fatidico arrivò rapidamente e in piazza era schierato tutto il paese:  sindaco, assessori, prete medico, farmacista, comari e bambini. Dall’autobus alle 07:30 di una mattina assolata, come l’ottobre sa dare, scese un’avvenente signora capelli rossi, abito leggero, fisico asciutto e abbronzato, borsa da viaggio a tracolla che scese l’ultimo gradino con un piccolo salto, aiutata dal maresciallo dei carabinieri. Tutti si guardarono stupiti che non vi fosse altro passeggero. La signora, davanti a tutti si presentò:

  • Piacere, Falco Pellegrino!

Il personaggio di Lucia: il profilo sul monte

Il deserto in Iran – di Lucia Bettoni

foto di Lucia Bettoni

Cercavamo il deserto ma il deserto non c’era più
Chissà dove era finito quel deserto descritto su tutte le guide
Spariscono molte cose, non potevamo immaginare che sparissero anche i deserti!
Dopo lo stupore per quella assenza cominciammo a osservare ciò che di diverso dall’atteso quel luogo poteva regalarci
Ci trovammo davanti un piccolo villaggio di case basse senza tetto e senza finestre, sembrava che tutto fosse fatto di terra
Dalle porte uscivano donne dalle vesti colorate, in un paese dove spesso predomina il nero le donne indossavano anche il rosso!
Lì, proprio lì dove doveva esserci il deserto c’erano donne colorate, bambini, vita e terra
Poi volgemmo lo sguardo verso la montagna il cui profilo sembrava il volto di una donna addormentata
Un numero immenso di pecore pascolava in un grande spazio alla luce dorata del tramonto. Non trovammo il deserto ma un luogo dove si viveva una vita lenta, una vita che profumava di terra
E i cammelli?
All’orizzonte uno sterminato numero di animali si muoveva lontano
Saranno mucche?
Non possono essere pecore perché sono molto più grandi, ma le mucche ci sono in questa terra?
Fermammo la macchina e andammo a piedi verso questa strana e insolita processione
Non è possibile! E’ proprio vero!
Lo stupore nei nostri occhi e nelle nostre parole: cammelli!
Un numero imprecisato di cammelli, forse cento, rientravano alla stalla a sera tardi
Uno dietro l’altro
Le loro sagome disegnavano l’orizzonte
Un’apparizione stupefacente perché cento cammelli tutti insieme chi può dire di averli mai visti?
Risalimmo in auto e nello specchietto retrovisore un sole infuocato ci salutava da lontano sigillando nella mente e nel cuore un ricordo indelebile
Poi fu il giorno dell’acqua rosa
Si, lì l’acqua non è azzurra o verde o celeste, lì l’acqua è rosa e l’orizzonte è senza fine
Arrotolammo i pantaloni più in alto possibile e iniziammo a camminare in uno strano liquido rosa e croccante
Un lago di sale
Un lago di sale che sembrava il mare

Il personaggio di Daniele: Pepè

Un ballerino di tarantella – di Daniele Violi

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Nel caldo di una mattinata d’estate, al pomeriggio sotto i raggi del sole perpendicolari che si scagliano lucenti in terra, con o senza coppola, nel sud di Italia, con il mare che trasferisce brezza salata, e gravita l’aria calda con salsedine frullante tra la piazza e la ferrovia, la vita di Pepe’, conosciuto come Pupu’, correva come la sua voglia di camminare sempre in paese tra le case e circondarsi di suoni, parole, accenni dialettali, e lo vedevi, sempre lo stesso. Era ciabattino, ma lasciato il deschetto, si pettinava e asciutto per la sua svogliatezza nel dedicarsi al cibo, preferiva la brillantina, essere vestito bene, spesso di nero, con una cintura che gli stringeva davanti. A Lui piaceva ballare, ballare la tarantella. A tutte le ore. Lui davvero ci stupiva. Anche al caldo e al sole viveva questa estrema passione. Lui amava una bella sudata tarantata. Il suo impegno era divertimento per chi lo ammirava. Grazie Pepe’. Sei ricordato, da chi ti ha voluto bene, da tutte e tutti. Un libro ora ci parla di Te.

Incontro del 13 novembre 2025 – Un personaggio per 20 storie diverse

“Aveva un aspetto curato e un fisico asciutto; per quella sua passione di camminare era sempre abbronzato. Prima di uscire controllava tutto con cura tutto il necessario che portava in tasca e in una piccola sacca di pelle”……..

“I ricordi vanno messi via e custoditi senza che interferiscano nel delicatissimo meccanismo dello stupirsi”