Gioco con le parole

Trova altre parole nascoste dentro una, scelta da un elenco dato

Imbambolato – di Gabriella Crisafulli

Chi sono quelle ombre che si muovono intorno?

Credeva di essere sola in quella grande casa, invece c’erano dei personaggi che giravano da ogni parte.

Li sentiva alitare vicini come soffi di vento.

Erano specializzati in ogni sorta di situazioni che impacciavano e complicavano la vita.

Uno se lo trovava ogni mattina davanti allo specchio: una prugna secca avvolta in un groviglio di stoppa che la fissava imbambolata. Risveglio horror.

Poi c’erano Bibì e Bibò che si muovevano lesti tra camera e cucina lanciandosi barattoli e pantofole. Adoravano scherzare ma lei si trovava a confondere il sale con lo zucchero e le babbucce con le scarpe.

Erano proprio specializzati in ogni tipo di situazioni che complicavano l’esistenza. Il suo continuo inciampare e confondersi li faceva sbellicare dalle risa ma anche lei era contagiata dalla loro ilarità.

Poi c’era Mito.

Lui non si faceva trascinare dalle mattane di Bibì e Bibò e dovunque si spostasse se ne stava tutto impettito a sentenziare: “Questo sì, questo no” “Ora tocca alla bimba” “Adesso è il momento della bomba”

E poi: “Tutti fermi e zitti: si fa così!”

Lei si muoveva con prudenza, preoccupata al pensiero di quello che sarebbe potuto succedere al passo successivo. Di sicuro, però, non c’era d’annoiarsi e lo spettacolo si rinnovava e cresceva di momento in momento.

E poi, quando proprio si stancava, c’era ad attenderla quell’ampia e comoda bara color viola, sommersa di piume e di peluches, che l’abbracciava e dove poteva andare a rifugiarsi per sognare.

Giochi con le parole

Trovare parole dentro un’altra, scegliendo da un elenco dato

Appallottolare – Pallina – di Carmela De Pilla

Il suo vero nome era Lisetta, ma tutti da sempre la chiamavano Pallina.

Quando camminava, senza un apparente motivo si fermava guardandosi intorno come se stesse cercando qualcuno poi si appallottolava su se stessa e si rimpiccioliva fino a sembrare una palla.

Diventava tonda e morbida, sparivano le gambe, le braccia e la testa, niente spigoli, niente sporgenze solo una grande palla in mezzo alla piazza e rimaneva immobile abbarbicata a se stessa come a cercare dentro il suo corpo un appiglio a cui aggrapparsi per restare a galla.

-Ora rotola!

-No, no si sgonfia!

-Andiamo a giocare a palla!

Le voci si accavallavano in attesa che succedesse qualcosa poi calava il silenzio e lei, come se niente fosse successo, si alzava, si guardava intorno imbambolata e camminava, camminava…camminava come una vecchia bambola in cerca di se stessa.