Scopri altre parole dentro un’altra, scelta da un elenco
Accoltellare – di Rossella Gallori
La sala era immensa, diciamo molto grande, le sedie mobili in fila, ruote, tante ruote, ognuna il suo posto, un posteggio per disabili, senza numeri senza righe gialle.
La signora “Oltella” era la regina, senza “re” senza “la” ! Perso il pentagramma, rotto lo strumento, non c’era più musica nella sua testa.
Un “collare” le permetteva di tener su il capo tutto era quasi immobile, solo la sua bocca non conosceva silenzi, qualche “acc” di troppo rivelava un carattere tra il boccaccesco e l’ estroso, ad ogni occasione sfoderava un rosario colorito: “acc” alla suora…
“acc” alla cuoca, “acc” a tutti quanti, se avessi la “coltella” di mi pohero Arsede farei un pulito….
La vecchiaia, invece, aveva ripulito ben bene lei e quel ricovero dall’aria apparentemente “in” ne era il triste epilogo..
Un piccolo fischio annunciò la tombola: le “cartelle” cadevano, i fagioli ruzzolavano, le ruote cigolavano, c’era fermento!
L’ animatrice iniziò: “tre”
Nessuno segnò il numero, la prima a dare in escandescenze fu proprio “ Oltella” decretando che era impossibile giocare: ma come si fa a cullare ed allattare, si rischia di far cadere bimba e copertina, biberon e ciuccio….ah se almeno avessi preso la culla in casa!!!!!!
Ma quale casa e quale culla erano passati quasi sessanta anni, per gli altri però, per lei, no.
“Lella” era ancora tra le sue amorevoli braccia: gambine di cencio, manine di cartone, visino di palla da tennis, piedini tondi coperti da piccoli pezzi di pulisci occhiali, era lì con lei, al caldo del suo enorme seno, la sua bimba adorata, la sentiva gemere e gli asciugava gli occhibottoni, la vedeva sbavare e le puliva la boccuccia che non c’era.
18!!!! gridò ancor più forte la signorina!!!!
Oltella non ne poteva più, tolse il freno alla sua sedia e si avviò quasi correndo senza passi verso la sua stanza, Lella, bimba poco vera, protetta dal suo amore, meritava il silenzio, la quiete, una ninna nanna, un bacino sul capo di gomma.
La casa di riposo non tacque un vocìo di: ambo, terno, cinquina invase la sala, veri o presunti che fossero, si mescolavano a sorrisi ed alle chicche.
“Lella” riposava sogni tranquilli, “Oltella” ignorò volutamente l’ “alt” che annunciava la cena, avrebbe mangiato più tardi…forse…
Ottima fantasia!
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Da un gioco di parole ,una tenera storia,bella,grazie
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Se fossi Oltella qualche “acc” l’avrei mandato anch’io…. Anche nei posti “in” la tristezza la fa da padrone, mitigata solo da una bambina di pezza.
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parole, fantasia, verità…tutto per creare una storia bella e unica come sai fare tu
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Mi vedo la scena: la Regina e la piccola in un mondo distopico.
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