Racconti nello zaino – di Rossella Bonechi

Per tanti anni ho lavorato in un elegante palazzo storico abbellito da armoniose arcate addolcite da medaglioni di Andrea Della Robbia a dare luce colore e ancora più eleganza. Vivevo come un privilegio potermi affacciare sul portone e trovarmi di fronte la facciata di Santa Maria Novella con il suo equilibrio di forme e colori. L’essenza, per me, dell’eleganza senza tempo. Quella dell’agenzia invece ne aveva risentito e come del passare del tempo ma per me è stata solo un contenitore di incontri e conoscenze. Sono cresciuta lì dentro, ascoltando storie le più disparate, curiosando tra racconti di lontane tradizioni e linguaggi inafferrabili. Oltre ai clienti tradizionali che andavano in vacanza c’era tanto mondo che entrava da quel portone: cinesi arrivati in modo rocambolesco, singalesi che per annuire scuotevano la testa come a dire no, nordafricani caciaroni che pretendevano di portarsi dietro la casa sui traghetti, georgiane con i loro cognomi impronunciabili e poi filippini, pakistani, peruviani, insomma una Babele totale!
Non è vero che chi non parla la stessa lingua non si capisce, a volte basta un’espressione del volto, uno sguardo, una postura per entrare in contatto con qualcuno e ho imparato che se gratto la crosta sotto c’è sempre un umano come me. Era umana come me la ragazzina nigeriana che entrò impaurita e con un occhio nero a chiedere il costo di un biglietto, era umana come me quella bellissima donna che dovette consegnarmi un documento ad occhi bassi con il nome che finiva in O e non in A. Come fai a non imparare a metterti nei panni delle persone quando in lacrime ti supplicano di trovare un posto per andare a verificare se l’onda tremenda che tutto spazza via ha risparmiato o no i propri cari?
Ho tanti ricordi, tante storie nello zaino, una collezione di sorrisi, un assortimento di volti e colori che mi hanno fatto viaggiare fino al mondo e ritorno, che hanno spostato il mio sguardo da dentro a fuori, che mi hanno aperto la testa e le mani; e ora che il turbinío è finito spero di non richiuderli mai più..
Intanto la Loggia e la Chiesa continuano a guardare, dall’alto della loro elegante bellezza che sfida i secoli, tutte quelle formichine che si affannano là sotto.
Intanto le stelle stanno a guardare!
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hai lo sguardo attento che riesci a vedere oltre l ‘apparenze, bello
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La varietà umana dai mille volti capace di aprire la mente e le mani in un contesto di elegante bellezza invariata nei secoli. Immagine molto bella di accoglienza e speranza
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…uno zaino pieno di sogni, di segni, di bisogni veri, quelli che ti fanno capire anche chi non parla come te, chi ha vissuto altre vite.
formichine/ persone, esseri umani! Tu affacciata in una stupenda cornice, degna del tuo essere
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