“C’è sempre un momento in cui una storia va raccontata, ho insistito. Altrimenti per tutta la vita si resta prigionieri di un segreto”. (Haruki Murakami)
…altrimenti si resta prigionieri per tutta la vita di un segreto….

Ho il mio metro, il mio ago, il mio filo, un vecchio sacco di juta.
Misuro i passi, ma non cammino dritta, è uno zig zag continuo, che allunga ed affatica la strada. Cerco di rassettare, ricucire, rammendare i ricordi, ma non so come si fa , l’ ago non ha punta: fora, non cuce.
Voglio restare prigioniera, la stanza è piccola, le sbarre lucide, quasi nuove, passa aria, la tenda di pizzo rossa, muove e commuove il mio respiro, ho occhi trasparenti di vetro burroso.
Il segreto c’è ed è vuoto di sogni, privo di oscuri disegni…sempre e “ solo mio” .
…e se non volessi, ricordarlo, se fosse diventato pietra, dopo esser stato: acqua, spugna, medusa…cavalluccio marino.
Se rivelandolo, facendolo sapere, se condividendolo diventassi, io, ancora più fragile, più esposta al vento delle parole, al gelo degli sguardi; no, non voglio essere il solito Buratto, sguardo, fisso, braccia di legno, se le lance mi ferissero a morte colpendomi, ed il mio sangue stanco schizzasse, macchiando candidi vestiti. È ora che Arezzo chiuda la sua giostra, voglio e devo scendere.
Ma poi, a chi interessa, dove, quando, “ PERCHÈ” .
Chi sono, chi potevo essere, cosa volevo diventare, cosa non sono riuscita a realizzare.
Mi devono amare ora, per chi sono, per quel poco o tanto che valgo. L’ ufficio postale da cui sono uscita: pacco di me, non esiste più…ed ora…..
…rumore di passi, stropiccìo di stoffa, la tenda rosso fuoco, accarezza le sbarre: si gonfia, si sgonfia.
Il secondino, dal passo lento si è annunciato porgendomi la chiave per aprire la mia “volutaprigione” .
Ho rifiutato, voglio e devo restare dove sono, ho accettato l’acqua, quel biscotto buono, quel suo sorriso negli occhi da guardia clemente. Non conosco il suo nome, è qualcuno che ho conosciuto in un’altra vita, è me, loro, voi. Cerca il dialogo, mi sfiora una mano, il mio oggi glielo regalo, il mio ieri è solo mio.
Mi allontano con il pensiero, quasi sogno: remo controcorrente, la tinozza di legno ha un’ aria solida, riesco per magia a non bagnarmi, acqua salata di fiume, la mia, tassello di un puzzle mai completato …
Non voglio chiedere aiuto al mio buon carceriere, perché galleggio da sola con il mio segreto, con una pesante palla di vetro accanto e dentro di me, sugli occhi un’ombra di tulle rosso che sa di silenzio, non mi impedisce di vedere…Vivo
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ti devi amare per quello che sei e per come sei
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