Voce di Daniele

Quando era mio Padre che mi chiamava – di Daniele Violi

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La sua voce era connotata da una sonorità che aveva un accento aperto, eredità di origini lontane nel tempo, ma anche lontano dalle aspirazioni tipiche del dialetto toscano che si avvertono in ogni luogo della regione.

Solo…..Daniele, il mio nome era scandito e scandito spesso. Un richiamo dove vibrava tutto il piacere di questo nome, sinonimo di grande leggerezza. La sua voce aveva tanta voglia di esprimersi, perché il nome Daniele aveva un significato preciso, sentiva un compito nell’invocare la mia presenza e la voce di richiamo la ricordo come un vincolo, che non sentivo pesante, certamente noioso ma che comunque a me non dispiaceva.

Sì la voce di Placido era forte, con un suono dolce, ma preciso. Ogni volta con la stessa voce chiamava Daniele, raramente con tono diverso, quando era me che chiamava.

Ricordo ancora e mi suggestiona ancora, pensare quando davanti al suo di deschetto, dove sapeva riparare le scarpe, chiamava…….Daniele; mi chiamava, mio Padre. Mi diceva e ripeteva ogni volta….devi stare sempre vicino a me. La sua voce ricordo, tono basso, voce scandita e chiara, voce musicale, per me mai ingombrante,