Collegato alla Voce di Rossella B.

 Racconto il nonno Guido e la sua voce – di Rossella Bonechi

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È la voce che mi faceva da tana quando, ancora mezza addormentata, mi depositavano nel lettone con lui; mentre mi rannicchiavo nell’incavo della sua spalla (è ancora il mio posto preferito…) la sua voce mi consolava dicendomi :” vieni vieni piccina, vieni al caldo” e il tono era sommesso come si conviene al sonno da richiamare. Era una voce da anziani, da non sprecare e da non forzare, bassa quasi piatta eccetto quando si spazientiva: allora saliva di tono e riemergeva il colore vivido che doveva aver avuto prima dei capelli bianchi. Ma durava poco perché la voce si spezzava insieme al fiato e al filo del discorso; allora scuoteva la testa, mi guardava e con il solito tono basso e piatto diceva:” andiamo Nanni, andiamo a cercare le canne” e io zampettavo contenta sapendo che avrei avuto la mia trombettina. Quando mi raccontava le novelle gli piaceva fare le voci dei personaggi e così modulava la sua a seconda che fosse Cecco Grullo o Vincenzo che con un colpo ne ammazza cento. Cambiava la voce a suo piacimento e la fine delle novelle pure ! Il tono basso e carezzevole diventava ancora più profondo quando mi sgridava, era un tono serio come la sua espressione; non mi voleva fare paura ma dovevo capire che la faccenda era importante e finiva sempre con ” ha’nteso bambina? Ha’nteso bene?” e poi via, a cercare la carta giusta per gli aquiloni.

Se veramente potessi ricordare la voce del nonno, sarebbe una sciarpa usata tante volte, morbida e calda di quelle che non pizzicano e lunga lunga lunga che ancora mi avvolge tutta. Io non riesco ad evocarla negli orecchi ma il cuore ne è pieno. 

Voce di Anna

LA SUA VOCE – di Anna Meli

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            Una voce forte e gentile, unica, dal tono della quale si poteva indovinare l’umore: grigia e spenta quando qualcosa non andava, vivace e allegramente solare quando con leggerezza si prendeva gioco degli altri.

            Diventava dai mille toni colorati come da orchi ,da maghi o da mostri allorché raccontava storie ai suoi nipotini.

            Abbiamo avuto un tempo lungo. Ho sentito amore e sicurezza in quella voce azzurra di cielo finché, in ultimo non è divenuta flebile, trasparente fino a svanire nel respiro di un mondo lontano. Quella voce è parte di me.

Voce di Rossella B.

La Voce del nonno – di Rossella Bonechi

La voce è blu, per forza. È una pennellata continua che inizia dal bordo a sinistra, in alto, perché tu sei molto più grande di me e uso un bel Blu Cobalto che arriva dalla notte e mi dà il Buongiorno spostando la coperta. La voce blu comincia a riempire lo spazio senza sbalzi, vellutata come una ninna nanna e via via si allontana sul foglio lasciando spazio bianchi. Poi diventa di un blu più vivo, è una voce Blu di Persia, smaltata, lucida, che invoca il mattino e il pane nel latte. E continua la pennellata della voce diventando Blu di Prussia  con il racconto delle trincee e Azzurra leggera narrando Cecco Grullo, fino a stemperarsi nel Turchese di giochi e sorrisi. Tante sono le sfumature di questa voce: il serio Blu Zaffiro dell’insegnamento e dell’ammonimento, il Blu Oltremare, poi proprio mare mare, celeste lucente annacquata di verde: è il Blu Vacanza. Alla fine la voce si deve arrestare perché i tubetti finiscono e raggiungendo l’ultimo spazio bianco se ne va tenue, stanca, tenera, sfumando in un quasi invisibile Blu Lavanda.