Una voce Franca – di Stefania Bonanni

Arrivava dal profondo di radici lontane, usciva dal buio, ed era subito casa .
Era proporzione e ritmo senza strilli, senza urla
Era misura naturale, unità di grandezza che si moltiplicava nelle orecchie di chi ascoltava.
Parole che si fermavano sul filo delle note, come rondini sui fili dove si stendono i panni ad asciugare.
Erano parole, mai canti, ma risultavano melodia, tanto erano attese e sperate.
Davano ritmo alle giornate, senso ai tramonti.
Non era voce che si imprimeva, l’ attenzione doveva essere voluta, in chi ascoltava
Una voce di silenzio, trasmissione di armonia, condita di amore, mantecata sul fuoco vivo della consuetudine. Radicata così in fondo che non credo abbia spazio in un cervello troppo pieno, penso abbia un posto a parte.
Forse esiste una galleria di cose preziose, dove i visitatori non sono ammessi.