Voce di Luca D.V.

Una tremula voce – di Luca Di Volo

Da subito quella voce ( per ora non dico di chi era ), da subito, dicevo , fu paragonata a quella di “un agnello col mal di denti”…

A nessuno venne mai in mente di chiedersi se qualcuno avesse controllato che suono emettesse un agnello mentre belava col mal di denti…. pazienza, quei perdigiorno della V F non si ponevano problemi tanto raffinati. . uno più buontempone degli altri aveva detto così…e “agnello…. ” fu.

Però…in effetti , nel modularsi tra empiti lirici e toni più dimessi, quella voce acquistava un carattere acuto ma tremolante passando poi a registri di frequenza più bassa, ma sempre con un non so ché di tremulo che faceva davvero pensare al belare di un agnello (non mi pronuncio sul mal di denti. . ). Si diceva che fossero due;

I registri alti erano dedicati alla lettura dei testi , quasi un inconscio desiderio di elevarsi a tanto spirito. . quelli bassi invece , li usava quando era costretto a cose più ovvie e banali, come quelle che (secondo lui) erano contenute nelle note dei critici che accompagnavano i testi. Insomma, sembrava che questa voce invece di una fossero due: una alta e declamante , l’altra carica di un malcelato disprezzo per chi osava chiosare cose tanto sublimi. Un contrasto singolare che gli annoiatissimi studenti non mancavano di notare con il codazzo dei vari sghignazzi che si possono immaginare.

A questo punto è chiaro a chi appartenesse quella voce: era quella del professore di lettere al Liceo che io, in omaggio alla privacy chiamerò prof. ”C. ”.

Oltretutto, la sua voce risentiva fortemente dell’origine siciliana, tanto che, al soprannome “agnello”, si aggiunse presto quello di “Turiddu”. . Tanto per chiarire il contesto…

Ma la cosa più strana era che, quando non ambiva a declamare, novello aedo, con toni sibilanti, tremolanti , acuti e anche un po’ sgradevoli le pagine immortali di Virgilio o di Ovidio ,  quando si trattava invece di normali colloqui, tipo “O bravo. . anche oggi non hai studiato…” o simili, la sua voce diventava calda, sonora, comprensiva. . pietosa, quasi. . soprattutto quando aggiungeva: ”sono costretto a metterti un bel 4. . ” proseguendo poi con una voce profonda che non ci si sarebbe aspettati da lui. . ”e te lo metto nell’apposita casella, vedi. . ?” E questa casella la faceva proprio vedere al malcapitato, quasi fosse la firma di un trattato. . Sadismo? Forse no. .

Insomma, a me quella voce , acuta, tremolante di enfatiche sottolineature ha lasciato un’impressione profonda, tanto che , di tutte le voci che mi hanno ricoperto nel corso degli anni scolastici, solo questa la sento risuonare, fresca e viva com’era allora.

Voce di Luca M.

Voce primordiale nel barattolo – di Luca Miraglia

Voce dal suono primordiale: non è fatta per articolare parole.

E’ fatta di una vibrazione profonda, fisica.

Sono viscere che si scuotono e riecheggiano nel corpo, per poi risuonare nella gola e tra le labbra, fino a divenire un canto modulato.

Un canto primitivo, da primate che non conosce grammatica o sintassi che non siano quelle dell’anima, dell’emozione-reazione al proprio sentire.

Li puoi percepire con la pelle, con la pancia, il timore o la leggerezza di quella vibrazione che ti tocca come un’onda.

Voce di Lucia

La voce in barattolo – di Lucia Bettoni

Schhiiiiiiiii schhiiiiiiiiiii schhiiiiiiiiiiii
Vuuuuuuuu vuuuuuuu vuuuuuuuu
Scroc scorc scroc scroc
Briiiiiiii briiiiiii briiiiiii briiiiiii

FRESCO TINTINNANTE FRUSCIO

Inalo questo vento umido e fluido dalle narici all’ombelico

Schhiiiiiiiiiiii
Vuuuuuuuuuuuuu
Briiiiiiiiiiiii

ASCOLTA

Tic tic tic tic
Fruuuu fruuuu fruuuu

Sali scendi scendi sali sali scendi

PREGA

In ginocchio sulla terra umida

ANNUSA

In ginocchio sulla terra umida affonda le mani

ASSAGGIA

Respira e volgi lo sguardo alle fronde
Volano le foglie
Sono le ultime parole di questa stagione PER TE

Briiiiiiiii briiiiiii
Fruuuuuu fruuuuuu fruuuuu
Schhiiiiiii schhiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

La Voce di Carla

Voce in etichetta – di Carla Faggi

È una voce rivalutata, odiosa appena sentita, piuttosto accettabile dopo la frequentazione.

Non invecchiata ma tutt’ora sonora come all’inizio della mia conoscenza.

È nasale, nella parte alta del naso, espansa quasi nelle guance quando è tranquilla.

Gutturale acuta, quasi stridula, parte dalla laringe bassa fino ad scoppiare nella fronte quando è incazzata.

Monotona, diffusa e polverosa quando è impostata e vuole fare l’importante.

Quasi sempre è gialla, colore della vivacità, tende sull’ocra quando si rilassa fino a diventare rossa per la collera o la passione.

Il mio giudizio però è condizionato dal fatto che posso sentirla nell’aria esterna solo registrata, quindi non sempre.

Quotidianamente la percepisco e la conosco attraverso il rapporto che ho con lei interiormente.

È sicuramente stonata, acuta da mezzosoprano, non so se sia una bella voce ma sicuramente si merita tutto il mio affetto perché è l’unica che ho.

Incontro del 5 dicembre 2024 – Voci in barattolo

foto di Lucia Bettoni, Rossella Gallori e Cecilia Trinci

Comprendiamo in pieno il concetto di SINTESI.

Càpita che possiamo leggere proprio dal vivo e da parte della stessa autrice due diverse versioni dello stesso concetto: ESSENZA e RACCONTO.

Metteremo nei nostri vasi le ESSENZE di ogni voce che ognuno ha portato. Qualcuno di noi ha pensato anche a un disegno, in aggiunta allo scritto.

In gennaio penseremo a confezionare i vasi concretamente. Per il momento leggeremo presto, in questo blog, le ESSENZE di ogni voce.