Scarab occhio di Simone

SCARAB/OCCHIO – di Simone Bellini

Parto sempre da lì, un occhio, due occhi, di conseguenza un naso, sopracciglia, una parvenza di faccia insomma, tutto molto accennato con un segno libero, attorcigliato, scomposto.

Occhi, sempre occhi !

Non so perché!

 Specchio dell’anima?

Di chi, la mia ?

Bisogno di guardarmi dentro ?

Mah!!!

Poi tanto finisce che il segno s’ingarbuglia sempre più, fino a cancellare il tutto con una matassa di freghi incomprensibili, come i miei pensieri !

Scarabocchi di Stefania

Scarabocchi per volare – di Stefania Bonanni

Al buio, liberi, la mia mano ed i miei segni, inconsapevoli eppure conosciuti. Quando li ho visti, già li conoscevo. Strano, come non ci fossero piu’ sorprese, come se sapessero da soli trasformarsi in pensieri, e forse parole. Pensieri girovaghi, intorno ad un centro fatto di radici e fronde, alzate verso il cielo, e case e campanili. Quando scarabocchio e ci vedo, spesso disegno animali con le ali, nella speranza che prima o poi riesca a fare una bella gallina.

Scarabocchiare è come sciogliersi, come recitare una poesia a memoria, è lasciar correre, senza scopo. Correre, saltare, ballare, cantare, volare, sulle righe di un quaderno a righe, e non credo mi piacerebbe scarabocchiare a quadretti: troppo stretti gli spazi, troppa imposta precisione, quadretti come celle; righe senza margini possono sembrare orizzonti sconfinati.

Non si possono delimitare gli scarabocchi. Non si può ridere piano, non si può piangere piano, né scarabocchiare in spazi definiti. Le pareti sono fatte per essere abbattute, i pensieri e le voglie, per volare.

Scarabocchiare di Carla

Sono solo scarabocchi – di Carla Faggi

A occhi chiusi la mano si muove libera, non segue le indicazioni impartite, con la penna non disegna quello che le viene imposto ma facendo finta di obbedire si muove autonoma.

Disegna un grande occhio e sembra voler dire al mondo che è stufa delle bugie, dell’odio, delle discriminazioni, delle guerre giuste, delle difese preventive.

Abbiamo gli occhi aperti, dice la mano, non ci prenderete in giro ancora! Ci ribelleremo!

Ora la mano disegna liberamente una spirale, un pugnale, un razzo. Ora e sempre resistenza, sembra voler dire.

Poi lo scarabocchio diventa un fiore, una foglia. Alla mano tornano in mente”mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Ricordi di un’illusione che fu.

“Fate l’amore non la guerra”, ricorda ancora.

Poi gli occhi chiusi che avevano lasciato la mano libera si aprono e la mano che si ritrova con la penna ma ad occhi aperti pensa , ricordando una canzonetta di Bennato, che quei segni sul foglio sono solo scarabocchi.

Scarabocchiare di Sandra

Faccio solo scarabocchi – di Sandra Conticini

Faccio solo scarabocchi. Non so disegnare sono rimasta ai disegni dell’infanzia e, quando sono con la testa tra le nuvole o al telefono, i miei scarabocchi sono solo geometrici. Mi capita di pensare se possono rappresentare qualcosa ma, a parte qualche triangolo insieme ad un cubo, una piramide o un insieme dia righe storte, non riesco a vedere altro. Sono molto pratica e questo mi turba un po’, vorrei essere più spensierata, ma scegliere non è facile.

Uno dei pochi scarabocchi che riesco a fare è la faccia di un bambino che ride con la bocca,  imparato da mia figlia quando era piccola.

La sua faccia mi mette allegria, lo faccio spesso quando scrivo qualche bigliettino perché lo considero di buon auspicio.

Mi dispiace che, oltre a non saper disegnare, non sappia neppure scarabocchiare perché credo sia un modo per scaricare le tensioni, poter sognare, ma anche un aiuto a concentrarsi.