La scatola dell’anima – di Carmela De Pilla

La pioggia batteva sui vetri, alternava una musica prepotente a una appena sussurrata che le scorreva dentro, non faceva male anzi le dava sollievo, quel ritmo quasi rassicurante la faceva dondolare su se stessa come a voler acchiappare quella serenità che aveva cercato per troppo tempo.
Attratta da una forza interiore si alzò nel silenzio della stanza e in punta di piedi andò a prendere la scatola, la scatola dell’anima, così la chiamava. Era sempre lì, al solito posto, nascosta in un angolo buio e solitario dell’armadio, l’aprì e come fosse la prima volta rimase affascinata dalle mille cianfrusaglie sparse nel piccolo scrigno poi vi immerse le mani e una musica rassicurante l’avvolse.
Cercava niente e tutto, toccava con le sue mani di fata quei piccoli oggetti soffermandosi con le dita per ritrovare in ognuno l’antico ricordo, il suono del soldino di metallo sfiorava delicatamente quello del piccolo cerbiatto di vetro e insieme cantavano la canzone di un tempo lontano, ad essi si unì il suono dei sassi, dei bottoni, dei bigliettini di carta e nell’aria volarono i suoi ricordi.
La spilla con la pietra verde smeraldo s’incontrò con le mani e lei la guardò con tenerezza.
Era di sua madre.



















