….continua tu…..
Incipit: Ticchetta calma l’acqua della tettoia e poi si addensa improvvisa in uno scroscio leggero che scivola per la viuzza avvolta dalla sera (Luca M.).La luna si nascondeva dietro le nuvole minacciose. I nostri passi incerti sulla ghiaia tradivano la paura di quel luogo spettrale (Simone). L’Assassino era nervoso (Stefano)Cercava niente e tutto. La spilla con la pietra smeraldo s’incontrò con le sue mani (Carmela).Tornò ai momenti più lontani quando lei gli aveva mostrato il lungo velo di tulle croccante, tirandolo fuori dalla cassapanca (Stefania).Uscì dal buio della stanza (Stefano). Sui rami di un albero si è impigliato un lembo di plastica che si muove al vento. I raggi della luna lo illuminano: sembra un fantasma che balla (Patrizia).
Assassino per caso – di Rossella Bonechi

…. come ballava leggera quella sciarpa gialla che non era un suo regalo. Sì, era un assassino, ma un assassino per caso non per professione, quindi aveva ucciso spinto dalla rabbia padrona, dalla paura mille-facce, dalla sua vigliaccheria e pochezza umana.
Ora raccontare tutto a quella commissaria ragazzina in tacchi alti e rossetto era come liberarsi e più spiegava e descriveva e più si sentiva leggero, quasi giustificato.
Dopo gli rilessero il verbale da firmare e gli sembrò di ascoltare il copione di un dramma da quattro soldi, una storia già sentita e già scritta che non lo riguardava, banale nella sua assurdità.
Quando lo fecero alzare per portarlo via volle aggiungere un’ultima cosa per lui di vitale importanza e cercando lo sguardo della poliziotta le sussurrò: ” io l’amavo, mi creda, l’amavo più di me stesso”.
“Assassino per caso” “rabbia padrona”, la prosa essenziale eppure ricca di Rossella è sempre efficace e ogni volta punge nel vivo e ci fa pensare
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