Pioggia in trincea – di Stefania Bonanni

Non aveva mai dimenticato, non era possibile, e quanto un rumore simile lo facesse ancora risprofondare nell’incubo gli faceva sempre male. Era il suono ritmico a farlo sempre sussultare. Fosse tintinnio o fragore, sempre lo riportava in quelle trincee, alla pioggia metallica che picchiava sui ferri, sui fucili, sui cannoni, sulle tettoie di lamiera che erano il povero riparo di giacigli di pietra.
E poi tornava ai momenti appena precedenti, quando lei aveva mostrato il lungo velo bianco di tulle croccante, tirandolo fuori dalla cassapanca. Le brillavano gli occhi, ed anche la bocca, e le promesse volavano intorno a loro come sogni.
Invece, poi, non c’era stato che gelo, paura, fango, fame, e marce , e divise.
” le brillavsno gli occhi ed anche la bocca”
rivivo le paure e le gioie di mia madre…ogni rumore era una tragedia…ogni ricordo bello, una gioia senza limite.
grazie, grazie.
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bello il contrasto tra i rumori in trincea e le promesse che volavano come sogni…
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