A proposito di un quadro-finestra l’immagine di Carla: la punta del cipresso

Punta di cipresso – di Carla Faggi

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E’ in alto, tanto più in alto di me, non posso toccarla, non la vedo da vicino.

Allora mi immagino di essere lei e guardo il mondo da lassù, giudico, commento, faccio considerazioni ed obiezioni.

Si vedono cose bellissime che sono state fatte, alcune che sono capitate per caso, altre che c’erano ed ora non ci sono più. Potrebbe essere tutto migliorato ma visto da una prospettiva così alta tutto sommato ci possiamo accontentare, siamo stati bravi, complimentiamoci.

Forse possiamo tenercelo questo mondo, oppure distruggerlo, perché lontano, ma non molto, io che sono così in alto riesco a vedere anche tante atrocità.

Una Finestra quadro per Carla

Un ricordo – di Carla Faggi

Ottobre di dieci anni fa.

Tutto iniziò in fondo ad una scala.

Io sono Carla e queste sono le mie amiche.

Io sono Cecilia e se vi piace possiamo iniziare insieme questo percorso; io diventai subito una matita gialla e lei la nostra musa.

Il timore delle prime volte, la scoperta di noi che ci stupiva sempre.

Riguardavo in questi giorni le scritture del primo periodo, a partire dal 2013 2014, incredibile come svisceravamo emozioni senza pensarci su.

Credo di aver scritto cose talmente intime e sconosciute alla mia modalità cosciente da meravigliarmi nel rileggerle ora.

Ho scoperto cose su di me in quegli anni più che nel precedente periodo della mia vita.

Quei martedì li chiamavo terapia di gruppo, ma la nostra musa non voleva.

Oggi mi sono fatta più furba, ho elaborato concetti e ho scritto storie.

Dalla terapia di gruppo sono passata alla elaborazione di gruppo.

Ho scoperto che se voglio posso essere capace di fare qualunque cosa, anche scrivere storie, anche partecipare alla stesura di un libro; basta provarci ed avere la musa giusta.

In questo quadro, scintilla di oggi ci sono tutti i nostri scritti, gli schizzi, l’elaborazione successiva, il cielo come sfondo e quel passerottino con il musino affranto nel riquadro in basso a destra che mi ricorda quanta forza, quanta energia mista a fragilità che c’è voluta a quel passerotto per portarci fino a qui.

Abbiamo sicuramente terminato un percorso, lo abbiamo messo nero su bianco, ora siamo pronti per uno nuovo, tutti insieme e con la nostra musa passerotto.