La finestra – di Rossella Bonechi

Era veramente troppo bianca e spoglia quella parete e non bastavano neanche i piccoli oggetti d’affezione disposti sulla consolle appoggiata al muro a renderla “casa”. Allora uno specchio forse sarebbe l’ideale: illumina, riflette, arreda; ma no, non era il caso su una parete da cui transitare ogni mattina appena sveglia. Allora uno sticker da muro che rappresenti un sereno paesaggio montano, una marina romantica al tramonto, una finestra aperta sul cielo. Ma no, si vedrebbe troppo la finzione della plastica e poi tutti i giorni tramonto o valle verde….finirebbero odiati. Questa parete diventa impegnativa, distraiamoci, tiriamo fuori i quadri: ritratto, litografia, acquerello e…il quadro acquistato senza convinzione anni fa, che rappresenta non si sa nemmeno cosa ma quella cornice a quattro rettangoli incuriosisce perché dà importanza a un cielo con i colori di un’alba o di un incendio in lontananza. È perfetto su quella parete: quelle macchie di colore saranno ogni volta una cosa diversa: una figura lontana, un volto accennato, un bagliore improvviso. Perfetto! L’ex anonima parete bianca ora può accendere la fantasia.