I libri di Alma – di Daniele Violi e Rossella Gallori

La biblioteca strapiena sembrava scoppiare, gli archivi fine 800 di un legno che sapeva di noce, sembravano non sopportarne più il peso, scaffali, scaffali, scale, scalette, scalini, libri, libri, tanti, troppi libri stravecchi, non c’ era la temperatura ideale…soffrivano questi locali, talvolta l’ umidità, talvolta il caldo…il freddo, la perdita della copertura era stata letale…
Un grande e fantastico labirinto che solo lei conosceva, tutto senza un criterio: collezioni, riviste, collane, edizioni preziose, senza un ombra apparente di logica…dicevamo tutto, tutto o quasi…tranne…
Così vestita, così svestita, tragicamente coperta da ciò che aveva e credeva ancor buono: una garza lisa a tratti sporca, di un giallastro avorio, avvolgeva il suo corpo, un corpo massiccio, opulento: Alma, fantasma libroso, sguardo perso, quasi fragile, schermato da ciglia sfilacciate, le guance ingiallite come vecchie pagine di un libro abbandonato….i capelli scomposti e ricomposti più volte, sembravano girini bagnati d’acqua di pioggia.
Spesso trascinava un sacco di “grassa” plastica grigia, peso di volumi non letti, chiuso da un nastro dalla parvenza preziosa, di un colore indefinito tra il bleu Savoia ed il sudicio delle scale….un tutto comunque da gettare!
…Sdrucita, ciantellava quasi allegra, strappando piccole foglie morte, alle piante invasate nei grandi orci datati degli immensi corridoi della biblioteca all’apparenza deserta di gente.
Sembrava volesse affogare nei libri i suoi passi, passi pesanti, accompagnando la sua mente in fuga ad un mantra vecchio di anni, forse una ninna nanna, letta chissà dove e chissà quando: coscine di pollo…
Era un viaggio lungo e tortuoso, che lei seguì.
Tutto doveva cambiare essere trasferito, trovare una nuova dimora, una nuova dimensione, ogni libro aveva bisogno di amore, di supporto e conforto: pubblicazioni importanti, lettere autografate, manuali antichi, testi blasfemi, bibbie vecchie di secoli, Poesie d’ amore, manuali di giardinaggio, Alma fece tutto con attenzione e preoccupazione, con follia e fantasia: il Pozzo Librario, stava nascendo, nuovo, computerizzato…scaffali scorrevoli, luci fredde quasi ospedaliere, situazioni inaspettate dove ogni locale si affaccia su altri, una magnifica raggiera, un vortice, un labirinto circolare dalla temperatura non calda, quasi “Mattino di primavera fredda” come il titolo di quel libro che si ritrovava tra le mani…
Nemmeno se ne era accorta, aveva aperto la porta amica verde di vecchia vernice, senza chiave ed era uscita per un appuntamento con le pagine e si era trovata nel “Pozzo Nuovo”
La cantilena riaffiorò, le mani violaceo, i seni pesanti, umidi di pazzia, le gambe segnate dai lividi, stronzi spigoli pensò, indossando un cappello di carta di libro grande, per proteggere i suoi girini che rischiavano di diventar rane ad ogni passo.
Noooooo la cultura in cella frigo, gridò! Per conservare le parole, per consultare un libro, avrò bisogno di piume calde, calde di giubbotto, di capo nuovo….
Nooooo….Alma tremava, leggeva, pregava, cantava: fate la nanna…sparendo ansimante, nella prefazione di un nuovo libro dalle pagine bianche tutte da scrivere!