La donna dalle lunghe gambe – di Lucia Bettoni e Luca Miraglia

Aveva gambe lunghe, sottili e leggere come quelle di un fenicottero.
Vestiva di piume rosa come quelle di un fenicottero.
Era alta e girovagava sognante con la sua borsetta rosa in tinta con le piume.
Si trovò di fronte ad un portone anonimo, di quelli in alluminio e vetro anni ’70: si apriva su pochi scalini senza guida che salivano verso un pianerottolo illuminato da una finestrella polverosa e alta.
Pensavi che fosse un uccello? No, lei era una donna e in fondo non era nemmeno così leggera: semplicemente aveva bisogno di luce.
Da quel pianerottolo a destra una scala, a sinistra un’altra, davanti e dietro altre due rampe. Nessuna indicazione sull’eventuale giusta direzione da prendere.
La prima rampa di ciascuna di quelle quattro scale si affacciava su un altro pianerottolo da cui ripartivano otto scale che portavano al successivo da cui si irraggiavano sedici rampe… e così via in una successione apparentemente senza fine. Una ragnatela di gradini e rampe di cui era difficile comprendere la direzione: su, giù, destra e sinistra divengono relativi
Seguirle era difficile perciò lei aveva gambe lunghe.
Aveva bisogno di vento, per questo vestiva di piume.
Aveva bisogno di acqua per lavare la polvere delle strade sassose,
delle strade sconnesse,
delle strade faticose.
Si chiamava Aria ed era una donna.