Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
Scrivere, ad esempio: «La notte è stellata,
e tremolano, azzurri, gli astri, in lontananza».
Il vento della notte gira nel cielo e canta.
La notte – di Luca Miraglia

foto di Lucia Bettoni
Da sempre è solo verso sera che la mente si placa e non rincorre le mille cose della giornata: dai compiti da bimbetto della scuola elementare agli impegni di studente adulto, dagli obblighi quotidiani del lavoro ai pensieri sull’oggi e sul futuro di un giovane figlio.
La sera che vira verso il buio accende il sereno tempo che mi appartiene.
La notte è il mio tempo.
Cessa la folla del giorno e si apre lo spazio.
Lento, a volte anche un po’ ottuso con una prospettiva breve che tuttavia lascia luogo all’immaginazione degli scenari più diversi.
Anche il corpo si rilassa e non percepisce più la fatica del giorno soprattutto se, come quasi sempre, si adagia sul tappeto della musica preferita.
Con leggerezza la notte ho saputo scrivere, ho saputo studiare, ho saputo lavorare… ho camminato per boschi e borghi, ho incontrato persone affini, ho amato per la vita…
Ho trovato e trovo conforto e serenità nel buio, non nascosto nelle sue ombre ma esplorando il suo tempo ed il suo spazio finalmente a mia misura, senza lasciare cose non dette, senza lasciare cose non fatte.
“Lento ed un pò ottuso”
Un buio che è caldo cappotto d’inverno…
Fresco ventaglio estivo…
Di un blu: ho…ho…ho…ho…
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Si apre lo spazio a una notte leggera dal buio sereno
Uno spazio finalmente a tua misura dove ti senti intero
Una notte/ buio che ti fa sentire al sicuro adagiato sul tuo tappeto sonoro che allontana ogni fatica. Un’immagine bella che ti appartiene da sempre
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Il vero elemento descritto come un mantello che riscalda, rassicura, aiuta la concentrazione. Mai notte fu più calma e serena
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