Pazza filastrocca in piazza di Simone

L’OMINO IN PIAZZA – di Simone Bellini

Testa, testa pazza

Photo by Trinity Kubassek on Pexels.com

C’era un omino in piazza

Che la nascondeva con un cappello

Perché nel centro non c’era un capello

Così coperto si sentiva più bello

Nel salutare gli amici e le lor signore

S’inchinava toccando, senza alzare, il cappello.

Una dispettosa folata di vento monello

Passò sotto la tesa sollevando il cappello

Così in alto lo fece volare

che sul ramo più alto lo andò posare.

Rosso in viso dalla vergogna

Che la sua piazza segreta fosse messa alla gogna

Si arrabattava con un lungo ramo caduto

per farlo cadere da dove si era posato.

Prova, salta e riprova

Niente da fare, il ramo raccolto

fin lassù non arrivava.

Fra l’ilarità della gente,si offrirono due volontari

Che, uno su l’altro, con colpo secco

lo liberarono dalla presa di quei rami secolari.

Fra gli applausi di tutti i presenti

l’omino raccolse il cappello

e dopo i  ringraziamenti dovuti

con un largo inchino mostrò la piazza

senza più segreti taciuti.

Piazze lontane e vicine di Tina

LA PIAZZA – di Tina Conti

Photo by Riccardo on Pexels.com

In una piazza si legge il mondo del luogo, il suo cuore, il ricordo vivido di una esperienza di viaggio è spesso legato a cosa ho percepito  incontrando gente e  tradizioni  proprio in questo spazio: scelgo spesso un locale per consumare un caffè o un piatto tipico proprio in un ambiente che guarda la piazza.

Questo luogo si trasforma a seconda del tempo e delle ore.

La piazza della festa accoglie anche gente che viene da fuori territorio.

Arrivano bancarelle, merci  attraenti, prodotti della campagna.

In città piccole , dopo pochi giorni di frequentazione, si riconoscono i vari personaggi; passi frettolosi al mattino presto per raggiungere il lavoro e la scuola, saluti da lontano con fare assonnato, ragazzi che addentano un pezzo di focaccia prima della scuola, spinte, rincorse per raggiungere il gruppetto  preferito e fare qualche scherzo.

 Segue poi una calma ordinata, si formano crocchi di uomini di età diverse, che si spostano  a seconda dell’ora.  Queste postazioni sono ricorrenti, vicino al giornalaio per commentare i fatti del mondo, al bar per la seconda colazione, sulle panchine davanti alla chiesa, al circolo  per una partita a carte.

Sono arrivata al tramonto  a  Samarcanda, la sua grande piazza ci ha lasciato  senza parole, i colori delle decorazioni  degli edifici fatti con tutti i toni di blu e celeste, si intrecciavano  con  i raggi dorati  delle ultime  luci solari, le forme inconsuete, maestose per noi dell’architettura e il silenzio della  notte che  si avvicinava  lentamente facevano vibrare i nostri cuori.

Non riuscivamo a staccarci da quelle sensazioni anche se eravamo stanchi per il viaggio.

Al mattino, tutto si è trasformato, la presenza delle persone  e delle attività quotidiane, il calore, la luce ha rivelato un teatro incantato, abiti  colorati, voci, folate di vento caldo e suoni  del mercato all’aperto.

Le siepi di  basilico alte e profumate  ci inondavano  di profumo al semplice accostare di una mano.

Una sensazione di frescura ci sorprendeva al passaggio sotto gli alberi del  viale e del parco, ci sentivamo  avvolti dalle le consuetudini  dai ritmi e suoni. Del paesaggio la  piazza del mio paese offre le stesse opportunità io adoro  passarci  lentamente a piedi  o in bicicletta, osservare, sedermi con le amiche e anche da sola.

La sua struttura intelligente e armoniosa aiuta la vita delle persone.

Seduti  su una panchina oppure al bar, si condivide la vita, si incontrano persone, si fanno nuove conoscenze..

E ‘ per me  è un modo per regalarmi del tempo mio, rilassato, disponibile, appagante.

 Spesso,nel giro di trenta, quaranta minuti, ci si racconta la famiglia, la salute e i progetti, si stacca dagli impegni e dal quotidiano.

I tavoli al sole in inverno sono i più ambiti; in estate il mattino presto l’ombra della   piazza e la rugiada della notte  comunicano piacere e  fiducia.

E il tempo più gradito della giornata all’aperto.

A volte con la borsa della spesa vicino o un nipotino che ci  trasciniamo dietro  perché ha un orario posticipato a scuola, cerchiamo di non mancare all’appuntamento.

 Utile   per non perdere questo tempo prezioso e  per mantenere le  amicizie  che riempiono la vita.