LA PIAZZA – di Tina Conti
In una piazza si legge il mondo del luogo, il suo cuore, il ricordo vivido di una esperienza di viaggio è spesso legato a cosa ho percepito incontrando gente e tradizioni proprio in questo spazio: scelgo spesso un locale per consumare un caffè o un piatto tipico proprio in un ambiente che guarda la piazza.
Questo luogo si trasforma a seconda del tempo e delle ore.
La piazza della festa accoglie anche gente che viene da fuori territorio.
Arrivano bancarelle, merci attraenti, prodotti della campagna.
In città piccole , dopo pochi giorni di frequentazione, si riconoscono i vari personaggi; passi frettolosi al mattino presto per raggiungere il lavoro e la scuola, saluti da lontano con fare assonnato, ragazzi che addentano un pezzo di focaccia prima della scuola, spinte, rincorse per raggiungere il gruppetto preferito e fare qualche scherzo.
Segue poi una calma ordinata, si formano crocchi di uomini di età diverse, che si spostano a seconda dell’ora. Queste postazioni sono ricorrenti, vicino al giornalaio per commentare i fatti del mondo, al bar per la seconda colazione, sulle panchine davanti alla chiesa, al circolo per una partita a carte.
Sono arrivata al tramonto a Samarcanda, la sua grande piazza ci ha lasciato senza parole, i colori delle decorazioni degli edifici fatti con tutti i toni di blu e celeste, si intrecciavano con i raggi dorati delle ultime luci solari, le forme inconsuete, maestose per noi dell’architettura e il silenzio della notte che si avvicinava lentamente facevano vibrare i nostri cuori.
Non riuscivamo a staccarci da quelle sensazioni anche se eravamo stanchi per il viaggio.
Al mattino, tutto si è trasformato, la presenza delle persone e delle attività quotidiane, il calore, la luce ha rivelato un teatro incantato, abiti colorati, voci, folate di vento caldo e suoni del mercato all’aperto.
Le siepi di basilico alte e profumate ci inondavano di profumo al semplice accostare di una mano.
Una sensazione di frescura ci sorprendeva al passaggio sotto gli alberi del viale e del parco, ci sentivamo avvolti dalle le consuetudini dai ritmi e suoni. Del paesaggio la piazza del mio paese offre le stesse opportunità io adoro passarci lentamente a piedi o in bicicletta, osservare, sedermi con le amiche e anche da sola.
La sua struttura intelligente e armoniosa aiuta la vita delle persone.
Seduti su una panchina oppure al bar, si condivide la vita, si incontrano persone, si fanno nuove conoscenze..
E ‘ per me è un modo per regalarmi del tempo mio, rilassato, disponibile, appagante.
Spesso,nel giro di trenta, quaranta minuti, ci si racconta la famiglia, la salute e i progetti, si stacca dagli impegni e dal quotidiano.
I tavoli al sole in inverno sono i più ambiti; in estate il mattino presto l’ombra della piazza e la rugiada della notte comunicano piacere e fiducia.
E il tempo più gradito della giornata all’aperto.
A volte con la borsa della spesa vicino o un nipotino che ci trasciniamo dietro perché ha un orario posticipato a scuola, cerchiamo di non mancare all’appuntamento.
Utile per non perdere questo tempo prezioso e per mantenere le amicizie che riempiono la vita.