La piazza di Anna e la “casa” di Mino

LA PIAZZA – di Anna Meli

Photo by Jeswin Thomas on Pexels.com

            Posso dire di aver visto nascere la piazza di fronte a casa mia, al di là della strada provinciale. Prima c’era un muro vecchio quasi antico segnato da ghiri-gori che sembravano eseguiti con  qualche attrezzo speciale forse un grande compasso: cerchi, girandole, archi. Mi è dispiaciuto quando l’ho visto atterrare da una grossa benna.

            Al di là i campi si sono velocemente trasformati in uno spiazzo aperto che lentamente e divenuto piazza: la piazza del mio paese con grandi alberi cresciuti nel tempo e panchine verdi, scivolo e altalena per bimbi. C’è un continuo via vai di persone sconosciute che al capolinea scendono o salgono sull’autobus: per lo più stranieri.

            Qualche coppia un po’ attempata arriva per una passeggiatina e si ferma magari a osservare il panorama seduta sulla panchina centrale, al sole. Una volta, all’uscita della scuola, la piazza si riempiva di bambini e mamme ed era bello essere lì, scambiare due parole e partecipare a quella gioia di vita.

            Una volta chiusa la scuola, la piazza è diventata silenziosa; ci sono solo quelle tre o quattro persone, sempre le solite, che conversano o discutono. Un po’ distante c’è Mino silenzioso, assorto nei suoi pensieri. Uscendo per godermi un po’ di sole l’ho incontrato e l’ho salutato.

“ Buon giorno Mino, come va?”

“ Buon giorno “ (laconica risposta)

Sapendo per esperienza che ai nonni piace molto parlare dei nipoti, ho continuato:

“I nipotini , tutti bene ?”

“ Sì, si sono con la loro mamma”

            La conversazione non ha avuto seguito perché lui, continuando pian piano a camminare si è spostato vicino ai tre seduti sulla panchina che gentilmente gli hanno fatto posto stringendosi fra loro.

            Stavano parlando e facendo delle critiche su qualcuno. Mi sono avvicinata anch’io e………..

“La colpa è del sindaco” diceva l’Argia perché promette sempre e non fa mai niente”

“Non è vero, fa del suo meglio, immaginati quanta gente deve accontentare!” ribatteva Pietro.

“Ma via, non si può vedere una piazza così, coperta di cacche!”

“Ma secondo te, sono del sindaco le cacche, c’è anche un cartello che dice niente cani ma ognuno fa quello che gli pare!”

“Vero, ma è lui che deve far pulire!”

“Noooo, sono le persone sporche e maleducate perché chi porta il cane, deve pulire e avere con sé il sacchettino; se no una bella multa non gliela leva nessuno!

            La conversazione ha continuato cambiando con argomenti vari mentre Mino, seduto accanto, ma distante, guardava altrove perso in pensieri solo suoi accontentandosi forse della sola presenza fisica degli altri.             Questa è la piazza che di solito vedo ma…dimenticavo: Mino c’è sempre e se piove prende l’ombrello l’ importante è non stare in casa.                  

Avatar di Sconosciuto

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “La piazza di Anna e la “casa” di Mino”

  1. Carmela
    Una piazza che diventa silenziosa, senza bambini è una piazza triste eppure c’è sempre qualcuno che la rende viva…bello

    "Mi piace"

Lascia un commento