Le castagne profumate per Anna

ODORE DI CASTAGNACCIO – di Anna Meli

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            Con l’autunno arrivano le castagne chiuse nel loro riccio verde e spinoso. Calpestandolo escono fuori scure e lucide. Profumano di buono, di bosco, di muschio, di sé.

            Una volta seccate e macinate si trasformeranno in una farina color avorio, dolce e profumata pronta per fare il tradizionale castagnaccio.

            Per me é naturale associare ogni profumo a qualcosa di vissuto e questa sera quando Carmela è arrivata  con un misterioso fagottino, ho intuito che doveva esserci qualcosa di buono.      Un odore antico è arrivato fino alle mie narici ancora prima di essere aperto. Mi sono rivista bambina. La vecchia cucina, il vecchio tavolo pieno di segni, il nonno che mescola in una zuppiera farina di castagne che poi andrà a depositare in una teglia con una pioggia di pinoli e poi…. a cuocere nel forno della cucina economica a legna.

            Un gradevole odore si spande appena aperto il forno e a me viene di pensare al “lupo lupaccio che mangia il castagnaccio”  e già mi preparo all’assaggio del pezzettino che mi gusterò prima di dividerlo col resto della famiglia all’ora di cena.

            Ancora una volta, e mi capita spesso, un profumo mi ha fatto sognare.

Finocchietto profumato per Carmela

Selvatico finocchietto – di Carmela De Pilla

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Quando c’era lui si sentiva, il suo respiro si avvertiva lontano un miglio e il profumo penetrava nella pelle, nell’aria si percepiva un’allegria persistente, di lui non si poteva fare a meno, era apprezzato in ogni stagione della sua esistenza, ancora piccolo ci ubriacava con il suo intenso aroma e se ne stava sdraiato nei campi godendo dei primi raggi di sole, preferiva quelli incolti forse perché lì si sentiva un re, accolto e stimato da tutti.

Il suo profumo inconfondibile avvolgeva le narici con prepotenza e come era felice di accarezzare chi gli stava accanto!

Durante la sua vita si trasformava a seconda del dolce tepore del sole o del suo eccessivo calore,  perfino il colore cambiava! Appena nato era verde tenero, veniva voglia di masticarlo e triturarlo per godere del suo carattere forte e vivace dal sapore dolciastro che perforava la bocca e il naso come la fresca brezza marina, più tardi spuntavano innumerevoli capolini gialli disposti a ombrello e in vecchiaia diventava più serio , ma non per questo meno profumato e festoso.

E quanto gli piaceva mescolarsi e rotolarsi con quelli che, a dire la verità, con lui non avevano niente a che fare! Che ci faceva tra le sarde e la carne di maiale? Di sicuro ne avrebbe esaltato il sapore!

Crescendo diventava più comprensivo e il suo profumo avvolgente si combinava volentieri con l’impasto dolce e fragrante dei piccoli anelli dorati o immerso nell’acqua per insaporire una tisana rinfrescante.

Era felice perché si sentiva utile in ogni momento della sua vita, certo ci voleva la pazienza di chi amorevolmente andava a scovarlo tra i sassi e i pendii contento di portare a casa un tesoro.