Il profumo del castagnaccio per Carla

Il castagnaccio – di Carla Faggi

Hai scoperto il mio punto debole, vero?

Mi sono accorta subito che ero in tuo potere.

Sei apparso davanti a me e mi hai conquistata.

Mi sono sentita avvolta, le mie papille hanno vibrato.

Io ti volevo subito!

Ma mi è stato detto no, non ancora.

Mi sono accorta allora di essere fragile, in preda alla bramosia.

Il tuo profumo era rotondo, un po’ polveroso, invitante, avvolgente da goccioline alla bocca, protettivo da moglie e buoi dei paesi tuoi.

Lo so sono viziosa, non so resistere, però ho aspettato ancora un po’ nonostante il tuo richiamo si facesse sempre più pressante.

Ti ho guardato, eri proprio come il tuo profumo preannunciava: bruno, morbido e pungente, dolce e salato. È così che ti voglio!

E allora ho trasgredito, in fondo sono sempre stata una trasgressiva, mi sono avvicinata a te, ti ho preso, ti ho morso, ti ho gustato, ti ho avuto!

Sei unico castagnaccio mio!

Sarai il mio solo e unico…ma poi mi sono guardata attorno…e quello cos’è?

Che biscotto strano, mi incuriosisce.

Lo spoglio, non sento profumo però mi fido.

E allora lo mordo, lo sento, sapore pieno, appagante.

Si! ho fatto bene, nella vita è sempre meglio non fermarsi al primo sapore!

Origano la scelta di Rossella

ORIGANO – di Rossella Gallori

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Prima parte, di una parte

Pensavo ad un avvenire migliore, ero vivo, sano, piccolo ma fiero, prestante, persistente, uno che definivano” ganzo”.

Stavo li, cioè non solo li, a volte in un vasetto, a volte in un vasone,  in orto, su un balcone.

Poi andai al mare, un mare secco asciutto, forse senza acqua, ma con un sole, così sole….da togliermi l’ acqua dalle vene.

Fine prima parte

Lei era lì tronfia , rigonfia, alta sui fianchi morbidi, liscia di pancia, una regina, una pasta di femmina, una femmina di pasta, rotonda quel tanto da accogliere, raccogliere, aveva più esperienza di me, sicuramente.

Fine seconda parte

…mi ridusse in polvere, o quasi, conservai di me solo il profumo…quello no, quella zoccola di pizza non me l’ aveva tolto.

 Lottai per lei,  schiacciai il pomodoro, feci attentati alla mozzarella, soffocai i capperi uno ad uno…per non lasciarla più, mi ci spiaggiai sopra, corpo su corpo.

Profumo su calore

Lei regina, io imperatore… ORIGANO, per sempre

Nella giostra dei profumi il giro di Cannella per mano a Rossellina

Signora Cannella – di Rossella Bonechi

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La Senora Cannella aprì l’armadio per scegliere l’abito con cui presentarsi al mondo. Non aveva voglia dei colori Autunno – Strudel e agguantò decisamente l’abito giallo arancio rosso della Torta di Mele: dorato e opulento, con sfumature caramellate proprio come lei, mediamente dolce, soffice e impalpabile proprio come lei, con quelle stecchine cucite sui bordi, profumate proprio come lei. Sì, avrebbe sparso tutto il suo aroma camminando ancheggiante per le strade, avrebbe spruzzato saluti aromatici e sorrisi illuminando sicuramente la giornata di qualcuno.

Questo pensiero la rese oltremodo felice e scese le scale a quattro a quattro pregustando la visita al negozio di Pepe, il pasticcere, che avrebbe attinto a piene mani al contenuto abbondante delle tasche del suo vestito. E un brivido leggero la scosse al pensiero dello sguardo fugace ma inequivocabile che Senor Zucchero avrebbe lanciato alla sua scollatura, cosa che provocò un leggero velo odoroso lungo la strada.

Il suo aroma avrebbe per un po’ avvolto il quartiere Sao Tomè, qualcuno ad occhi chiusi avrebbe pizzicato una chitarra, qualcun altro improvvisato passi di danza. La domenica della Senora Cannella era attesa da tutti i golosi e lei non poteva deluderli. Forza, una scrollata di spalle ad elargirne finché ce n’è!

Profumi protagonisti: l’origano di Luca

Origano – di Luca Miraglia

foto di Lucia Bettoni

Me ne sto sdraiato al sole.

La luce è abbagliante e infuoca la sabbia e la brezza salmastra che rade il suolo.

Mi guardo intorno e mille e mille come me: chi solitario appeso a un rametto, chi a mazzi ancora verdi e chi invece rinsecchito e scuro, chi addirittura ancora in fiore.

Ecco: piedi umani si avvicinano nella macchia e un grembiale si stende leggero accanto a me. Mani gentili mi raccolgono e mi ammucchiano in una tasca profumata di essenze a me sconosciute: improvvisa ombra e poi vetro e poi fuoco e poi rosso pomodoro e poi ancora fuoco, e non posso fare altro che scoppiare di me, tanto da inondare il rosso e il fuoco e l’aria intorno dell’aroma della mia essenza.

Non saprò mai il senso di tutto ciò, ma che importa….

In quella macchia, tra quella sabbia arroventata in riva al mare ho lasciato un seme di me che saprà raccontare altre storie.