La chiromante di Nadia

Cristallo per vedere il futuro – di Nadia Peruzzi


La ragazza arrivò trafelata al tavolo messo quasi all’ingresso del luna park.
C’era una strana donna, né vecchia, né giovane, né bionda, né mora. Aveva un occhio azzurro e uno marrone e parlava con una voce cavernosa che metteva un po’ paura.
Per il resto era indefinibile.  Lo era il suo abbigliamento e tutti gli orpelli che aveva addosso. Un miscuglio tale di colori e di ferraglie non era usuale . Era fatto sicuramente per rendere difficile collegarla ad un luogo preciso d’origine. Sembrava che fosse figlia un po’ di tutti i luoghi della terra.
Si sedette davanti a lei senza timore. Troppa era la voglia di avere qualche indicazione sul suo futuro.
Le soste ai tavoli precedenti l’avevano confusa, se non addirittura messa in angoscia.
Quello che leggeva la mano aveva fatto una faccia tale, che era dovuta scappare a gambe levate.
Tremante e impaurita si era messa a cercare qualcuno che la rassicurasse.
I Tarocchi non facevano per lei. Non ne era mai venuto fuori nulla di buono.  Passò oltre quel tavolo, malgrado il signore dal cappello storto sulla testa calva, senza sopracciglia, cercasse in tutti i modi di farla avvicinare.
Si ricordò della donna piena di collane, braccialetti e grandi orecchini che aveva visto entrando.  Sul suo tavolino a tre gambe una sola cosa. Una palla di cristallo che nella luce del crepuscolo brillava già come fosse una stella. Aveva un che di rassicurante. Si aspettava di trovarci cose buone lì dentro.
“Cosa cerchi da me?” Le chiese la donna?
“Risposte. Ho bisogno di sapere del mio futuro. Lo sento incerto, in questo momento. Ho tante paure. Vorrei alleviare il fardello che mi porto dentro da un po’ di tempo. E ho desideri da veder realizzati. Se tu potessi togliermi le paure e realizzare anche solo uno dei miei desideri mi faresti felice”.
La signora dai vestiti gitani girò e rigirò più volte la sua sfera di cristallo.  Fortuna e sfortuna si rincorrevano in un vortice che ipnotizzava. I suoi occhi a volte si oscuravano, altre volte si rasserenavano.
Finalmente parlò.
“Vedo, vedo, vedo che dovrai fare molta attenzione mentre torni a casa. Sembra che qualcuno ti stia aspettando e che non abbia buone intenzioni. Rischi la pelle ragazza, di più non so dirti.
Il tempo dei desideri è finito, torna caso mai domani, adesso da questa sfera magica non sono in grado di tirar fuori nulla!”
“Accidenti, che serata di merda!” Disse forte la ragazza.
“Vi siete messi d’accordo prima con quel babbuino che faceva finta di leggermi la mano ? Tornare domani per i desideri? Non ci penso, nemmeno morta . ”
Uscì di corsa dal luna park.
Era agitatissima e doveva affrettarsi per prendere l’ultima corsa dell’autobus che la riportava a casa.
La macchina arrivò a tutta velocità e la prese in pieno, malgrado fosse sulle strisce.
Fece un salto di metri e metri.  Il suo volo finì sul tavolo della gitana dagli occhi di gatto.
La testa andò a colpire la sfera di cristallo. Non le lasciò alcuno scampo.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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