La tazza pazza di Gabriella

Tazza pazza – di Gabriella Crisafulli

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Ogni mattina

tuffo in una tazza

la parte di me più pazza

Una chiazza

s’allarga

sulla piazza

La cosa m’imbarazza

mentre il tempo

s’ammazza

S’alza un sospiro

la bazza trema

cerco una nuova razza

Prendo la ramazza

e mentre sghignazzo

rimpiazzo la ganza

con una ragazza

che si sollazza e danza

mentre sbevazza

La me si sbarazza

di lei che starnazza

chiusa in una corazza

e la rimpiazza

con una nuova stazza

che svolazza e si paparazza

La gioia turchese di Gabriella nel cestino incantato

Pietra turchese delle mie brame- di Gabriella Crisafulli

Sta tutta nel palmo della mano

Liscia, turchese, screziata

fresca spessa smussata

Pesa

La tengo raccolta

e chiusa

Si scalda

Evoca Egitto

affreschi

collane

la gente dei suk 

Pietra sensuale

colorata

è tutta un’allegria

Le venature disegnano

il muso di un gatto

un albero

una gallina

il Nilo che scorre

La metto al collo

Il suo tatto

vellutato

mi fa impazzire

Sono la dea delle sette braccia

Avvolgo le dita nella sciarpa

del nano:

no sono baffi

o forse la barba

il pelo soffice

un cappuccio

un anello

un nodo

la capigliatura di ortiche

Sette anni ho camminato

sette anni ho vagato

sette anni ho colto ortiche

per salvare l’amore mio

Ci sono:

è il velo dell’odalisca

che copre

e rivela