Tramonto disperato – di Rossella Gallori

Quando il mare si mischia al sole
Il sole alla sabbia
Ed il tutto si specchia in cielo, io….
Io rinasco.
Lo aveva scritto sul suo bel quaderno, regalo di qualcuno per qualcosa, un quaderno scemo con una rosa fasulla e brutta di colore in copertina…con una dedica quasi inutile: per te che scrivi, scrivi per me, solo per me!
Quando il mare si mischia al sole ed il sole alla sabbia.
La rifletteva spesso, quella frasepoesia, nostalgica, demodè, da signora perbene.
Si specchia in cielo ed io rinasco…
Aveva scritto quello che non pensava, avrebbe voluto buttar giù parolacce, sul foglio del notes farlocco, senza righe, che le impediva di scrivere dritta.
Ed il sole alla sabbia…
No, non era rinata in quel tramonto di un rosso arancio venato di fucsia, cattivo come uno schiaffo non meritato, accecante come un faro puntato negli occhi, ne era quasi morta…sotto quella luce assurda.
Morta nel momento più bello del giorno, sì questo era proprio per lei, per quel suo io calpestato, da uno, uno….. uno che non le sarebbe piaciuto nemmeno per prenderci un caffè.
Il mare si mischia al sole…
Uno peggio/ peggio, che la soffocava, la faceva pentire del suo scriverò immaturo e vero, la stropicciava, umiliandola del suo non saper leggere, per quel difetto di pronuncia che quelli modesti come lei chiaman “ zeppola”
Uno forte, ganzo, che comunque le era piaciuto talmente tanto, da essersi tagliata dentro, talmente dentro, che anche da fuori si sentivano cadere gocce di sangue in un ansioso cioc..cioc..cioc…
..e la sabbia si specchia in cielo…
Strappò la pagina, gettò penna spalancò la finestra, si accorse del misero riflesso che vedeva, sul muro difronte ….solo una facciata che da bianca, si tingeva di un giallorosa inguardabile…un tramonto da poveri….
Rabbrividì, chiuse tutto, ripensò a lui, ai loro capelli bianchi, notò casualmente che i suoi, forse, non lo sarebbero stati mai….rivide le caramelline nella scatolina che lui le offriva e sapevan di medicina, ricordò le proprie ginocchia che scricchiolavano, su tacchi scomodi.
Raccolse quaderno, biro e coraggio, cancellò repentina la poesia in pezzi, per sostituirla con una frase:
Tutti meritano un tramonto…
Un cuore, Una carezza, un piccolo morso sul collo, da coprire con un foulard perché non ne hai più l’ età, un morso d’amore, un amore vecchio magari usato, ma un usato sicuro…ed un tramonto, che anche se non stupefacente sia almeno vero…

Rossella quando ti leggo mi stupisci sempre ,grazie
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Scontento e delusione di una donna che ha dato troppo e meritava di più, almeno un tramonto vero. Bellissimo l’alternarsi di queste ribellioni straripanti, ingenue, bambine (senz’altro parti tue Rossella) con accenti critici e provocatori: la dinamica contraddittoria di chi odia ed ama profondamente.
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Tutti meritiamo un morso d’amore…credo che tu l’abbia meritato e vissuto e ci saranno ancora tramonti veri quando il mare si mischia al sole e il sole alla sabbia…i tuoi capelli sono verdi!
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Di tutta la bellezza del racconto quello che mi ha quasi fatto piangere è il tramonto da poveri con il muro che si tinge di un colore che non è romantico ma rispecchia la malinconia e forse un po’ di rimpianto
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“Tutti meritano un tramonto”: verissimo. Molto spesso pensiamo di doverlo meritare o che qualcuno ci conceda il lusso di goderne uno. Ma dovremmo amarci per primi e concederci ogni conforto, ogni bellezza, senza aspettare il permesso di vivere
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