I guanti – con Cecilia Trinci
Da sempre presenti nella storia dell’uomo, i guanti sono stati ritrovati anche nelle tombe dei faraoni, con vari scopi e regole per indossarli, modificati nel corso dei secoli.
Indispensabili per le donne di certe categorie sociali, da togliere in chiesa, ma non nei salotti, utilizzati per il freddo, sicuramente, ma non solo.
I guanti sono due, come le mani, possono proteggere o allontanare, difendere o aggredire, possono essere comodi e morbidi o scomodi e duri. Armatura o elemento di eleganza e seduzione.
Non solo accessori di abbigliamento ma anche simbolo e presenza in modi di dire ben radicati nel linguaggio:
calzare come un guanto, pugno di ferro in guanto di velluto, trattare con i guanti, un damerino in guanti bianchi, combattere senza guanti, gettare il guanto (della sfida), raccogliere il guanto.……
Presenti in circostanze varie della vita: in giardino, in sala chirurgica, in cucina….
Di cotone per allergie, di lana per il freddo, di seta o di pizzo per giorni speciali.
Bianchi per cerimonie
Neri per la sera, ma anche in altre occasioni del giorno.
Rossi per la gentile trasgressione.
Gialli, di gomma, per le faccende di casa.
Ruvidi o sottili, con dita o tagliati sulle punte per lasciare libero il tatto, corti, lunghi, addirittura manopole senza dita.
I guanti avvicinano come carezze o allontanano come corazze.
Rappresentano ceti sociali ben caratterizzati, almeno un tempo non troppo lontano o ruoli e mestieri.
I guanti evocano gentilezza e diplomazia, fino ad arrivare al tranello e al tradimento, da cui l’uso di togliere il guanto per “dare la mano”, secondo il miglior galateo.
Si sono estinti come i guanti da estate e i guanti da auto in pelle, senza dita.
I guanti di pekari evocano padri lontani, degli anni ’50.
I guanti si perdono, si dimenticano, rimangono in borsa o in tasca, rimangono soli e spaiati……Si portano o non si portano eppure si possiedono……
Ci sono poi i guanti tecnici: da bicicletta, da boxe, da sci o da trekking, da moto…. e i guanti da teatro.
Ci sono i guanti in lattice di medici o vari operatori sanitari.
I guanti del dolore della pandemia. I guanti della solitudine e della paura.
I guanti trasparenti del supermercato che scivolano e non danno aderenza.
Nei primi cartoni animati di Walt Disney i personaggi avevano i guanti per far guadagnare tempo ai disegnatori dell’epoca, dal momento che le mani sono la parte più impegnativa da riprodurre.