Mara in su – di Stefania Bonanni

Il suo nome era Mara, ma cominciarono presto a chiamarla “Mara in su”. Era una bambina rosa e tonda, con le gote colorate e le mani appiccicose. Faceva merenda sullo scalino davanti alla porta, e guardarla faceva venire in bocca sapore di dolce, lei masticava con un’aria così estasiata che avrebbe potuto sciogliersi come un cioccolatino al sole. La chiamavano in quel modo perché i suoi occhi erano sempre rivolti al cielo. Quando mangiava sembrava in estasi, ma anche in altri momenti si perdeva guardando il cielo. Non parlava molto, o perlomeno non con le altre persone. Tra se’e se’, molti avevano sentito che parlava da sola. In realtà, ragionava con le nuvole, che le piacevano tanto, con le foglie che coloravano il vento, con gli uccelli che volavano lassù ma capitava che proiettassero la loro ombra vicino a lei, sullo scalino, ed in giorni speciali capitava perfino che si strappassero delle piume e gliele buttassero. Facevano piroette, capriole, sembravano fiocchi di neve, di zucchero, erano cosa dolcissima. E lei guardava e si perdeva. Il resto avrebbe potuto sparire, fu evidente anche agli altri, ad un certo punto. Diventò un problema quando arrivo’ l’eta’ della scuola. C’era vicino al suo banco un finestrone….e lei non resisteva. Guardava sempre fuori, in su, non stava attenta. La spostarono, nulla, sentiva il richiamo, addirittura si girava…………
Ne ho avuti di alunni che guardavano in su! Chissà anche loro parlavano con le nuvole…grazie per avermi regalato questa immagine…
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Vorrei esser stata io quella bimba…racconto così delicato da saper di dolce
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Una bambina particolare, i suoi amici uccelli la capivono,gli regalavano le loro piume,bello
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