Non era un sogno – di Carmela De Pilla
Quando arrivò era un bambino timido, con lo sguardo già adulto e le spalle ricurve dal peso della sua storia, i suoi grandi occhi neri e impenetrabili non lasciavano intravedere alcuna emozione, era diventato molto abile a nasconderle tanto che nessuno immaginava quanto fosse immensa la sua solitudine.
Da quando aveva lasciato il Brasile si sentiva sempre nel posto sbagliato, ancora di più quando varcò la soglia di quella casa sconosciuta, tutte quelle persone in piedi nella grande sala che spargevano sorrisi e carezze lo mettevano a disagio, avrebbe voluto essere una piuma, leggera e innocente per poter volare lontano, volteggiare spensierato tra le nuvole e lasciarsi accarezzare dall’aria gelida per capire che non era un sogno.
Una mano affettuosa gli accarezzò i suoi neri capelli di velluto e un sorriso accogliente gli scaldò il cuore e per un attimo percepì un’emozione sconosciuta.
Era stato adottato all’età di nove anni e da un orfanotrofio brasiliano si ritrovò in una bella casa in collina alla periferia di Firenze circondato da persone che davvero gli volevano bene.
Ci volle del tempo per sostituire i suoi vecchi stracci con vestiti nuovi e sempre più colorati e così pian piano incominciò a dipanare la sua storia per tesserne una nuova e una forza irrefrenabile lo spinse sempre di più a riconoscersi e a ritrovare se stesso.
Dimostrò subito di avere una tenacia sorprendente, un’energia vulcanica lo spingeva ad affrontare la nuova vita con curiosità e meraviglia così in breve tempo imparò l’italiano e diventò amico di tutti, dai suoi pori sprigionava quell’innato spirito brasiliano allegro e festoso, lo si vedeva da come camminava, sembrava che ballasse seguendo un ritmo che gli batteva nelle vene.





