Una parola al giorno: tradimento (M.Laura)

Il Musichiere – di M. Laura Tripodi

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Marta attendeva con ansia che arrivasse il sabato. In televisione  trasmettevano un programma che si chiamava il Musichiere: i  concorrenti, sulla base di poche note, dovevano indovinare il l motivo che veniva suonato . Il primo che spiccava la corsa ed arrivava a battere la campana aveva diritto a rispondere.

Marta indovinava sempre.

Così le era stato promesso che il sabato successivo l’avrebbero portata alla RAI per farla concorrere.

Passò una settimana di impaziente aspettativa, ma lei aveva solo cinque anni e un giorno poteva equivalere a un minuto e dieci giorni a un anno. Il tempo si dilatava e si contraeva sul pensiero che avrebbe partecipato a quel programma e avrebbe finalmente conosciuto  il suo beniamino, il presentatore Mario Riva.

Poi il sabato arrivò senza che lei avesse capito che giorno era.

La signora della porta accanto (unica benestante a possedere un televisore nel 1957) aveva bussato per avvertire che il programma stava per iniziare .

Marta non capì subito. Pensava che la vecchia signora avesse invitato la sua famiglia a vedere uno sceneggiato e cominciò a fare i capricci perchè non voleva stare due ore ferma e buona a guardare una cosa della quale non le importava niente.

I suoi genitori si stupirono. C’era il suo programma preferito!

Come sarebbe?

COME SAREBBE?

CO-ME SA-REB-BE?

Gli occhi le si riempirono di lacrime, il cuore prese a batterle all’impazzata e una strana sensazione di vuoto gelido le si piazzò esattamente là dove si forma il respiro. Guardò con aria spersa i suoi genitori e poi la signora della porta accanto, ma non seppe dare un nome  a quella beffa.

Solo si sentì umiliata e qualcosa di molto pesante  le si appoggiò sgarbatamente sul cuore.

Da quel momento tutti i tradimenti, grandi e piccoli, sarebbero stati accompagnati da  occhi pieni di lacrime, cuore che batte all’impazzata e senso di gelo proprio là dove nasce il respiro.

Come un peccato originale che non si cancella mai.

Una parola al giorno: tradimento (Tina)

Tradire   – di Tina Conti

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Che sentimento doloroso, ma che a volte ci aiuta, non si ha il coraggio di una strada diversa, poi però ci morde dentro. Rimane un segno, che forse non ci piace ma che è successo. Per me è un passo che mi segna a vita, non sono coraggiosa. Ho fiducia, mi sento leale, soffro ma devo trovare la strada che mi aiuta a stare in pace.

Serve tradire? Ci può essere una strada diversa?

Quando ho dato un passaggio in macchina, sotto la pioggia, a due giovani che dicevano di aver avuto un guasto e che poi mi hanno rubato il portamonete che io avevo lasciato fiduciosa  nella borsa sul sedile posteriore, ho avuto un malessere per tanti giorni, ho cercato da tutte le parti, non credevo di essere stata derubata, la mia fiducia negli uomini, in un momento di bisogno ,non poteva essere stata tradita, come  credere in uomini così  duri e senza morale. Ho lottato con me stessa per giorni, ho chiesto a mia madre se mi fosse scivolato a casa sua, per le scale.

Sotto la pioggia, ho rincontrato i due, ho detto loro che non mi importava del loro gesto, ma che mi sentivo profondamente colpita nella mia fiducia verso gli uomini.